Istituzioni ed economia
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato che il PNRR ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e dovrebbe contribuire a ridurre i divari territoriali esistenti nel nostro Paese.
La geografia policentrica di un Piemonte tra crisi e transizione post-industriale
Il Piemonte nel primo ventennio degli anni Duemila ha attraversato (e sta tuttora attraversando) una profonda trasformazione dal punto di vista sociale ed economico. I motivi sono da ricercare nella pesante crisi economica dei settori automobilistico e tessile, dove le grandi imprese, pur ad elevata internazionalizzazione, specializzate in settori a medio-alta tecnologia
Musk uomo dell’anno, Italia Paese dell’anno. Note a margine sulle scelte di Time e Economist
Il Time e l’Economist hanno eletto rispettivamente Elon Musk e l’Italia persona e Paese dell’anno. Partendo dal Belpaese, ci sono almeno una gigantesca omissione e due errori nel pezzo in cui l’Economist motiva la sua scelta. Vent’anni fa, come si ricorda nello stesso pezzo, il settimanale “bocciò” Berlusconi – e, indirettamente, gli italiani – definendolo, allora, «unfit to lead Italy»
In Europa la situazione è grave, ma non è seria. Le sfide che minacciano gli Stati membri dell’Unione Europea (e a volte quest’ultima nel suo complesso) continuano a moltiplicarsi, da ultimo con il rischio di un’invasione russa in Ucraina: ma citando il celebre aforisma di Ennio Flaiano i capi di Stato e di governo europei passano da un appuntamento a quello successivo in una serie continua di rinvii e penultimatum su tutto.
Nichilismo razionale. Lo sciopero di CGIL e UIL non deve stupire, ma preoccupare
Lo sciopero convocato per il 16 dicembre da CGIL e UIL appartiene a due delle formule sceniche più tradizionali del negoziato sindacale post-concertazione: quello di attaccare gli “altri” – in questo caso l’esecutivo – per confortare la propria parte e offrirle una prova di resistenza e attivismo, al di là dei risultati pratici
Un anno dopo la ‘sforbiciata’ del Parlamento, sulle riforme costituzionali nessun vero passo avanti
A un anno esatto dall’approvazione della “sforbiciata” grillina alle Camere – finalizzata più all’esibizione catartica in piazza delle poltrone robespierrianamente tagliate via che a una qualche massimizzazione dell’efficienza del nostro sistema politico-istituzionale – si è immancabilmente riaperto il dibattito sulle riforme costituzionali.
Le scissioni a Sinistra sono sempre fallimentari. Quella del 1921 a Livorno, ad esempio, aprì la stura alla contrapposizione interna, alla dialettica purista e originaria, al dibattito sterile tra chi e' più a Sinistra dell'altro, fino a dimenticare l'avversario epocale, fino ad espellere l'ultimo riformista senza accorgersi di avere i fascisti alle porte.
La Rai è irredimibile
L’infornata delle nomine da parte del nuovo Cda della Rai – direzioni di reti, testate e tg - non ha avuto, né nei modi, né nei contenuti, nulla di diverso da quelle che l’hanno preceduta. La foglia di fico dell’equilibrio e della competenza sulle vergogne di una spartizione implacabilmente “scientifica”. Tutto già visto.