Istituzioni ed economia
Anno 2022, lo stress test per l’ordine liberale. Conversazione con Vittorio Emanuele Parsi
Vivere godendo di un ordine mondiale sempre più aperto e liberale, immaginare un futuro dove una crescente armonia e pace sarebbero state dominanti; sono cose che forse per chi è cresciuto negli ultimi 30 anni parevano grossomodo acquisite. Sicuramente per quelli che avevano scordato la lezione del ‘freedom is not for free’.
Pacifismo, realismo e pluralismo sono da settimane le parole feticcio e le maschere dell’intendenza putinista, che segue disciplinatamente l’agenda mediatica del Cremlino, incorporandone e diffondendone le “verità alternative”.
Liberati da cosa? Dal partito unico, dalla violenza squadrista, dalla milizia, dal culto del capo, dall'attivismo di maniera, dal machismo tronfio e sterile, dal finto ordine ottenuto con l'olio di ricino, con i sindacati chiusi, con il corporativismo utile solo ai padroni. Liberati dalla scuola maestra di discriminazione, dal razzismo "romano"
Scampato pericolo. La Francia non finisce nelle mani di una dei campioni dell’internazionale populista di osservanza moscovita. Quello francese è con quello tedesco il Governo che continua a mostrare il rapporto più equivoco con la Russia, lasciando ipotizzare
A proposito della differenza tra il cospirazionismo e le doverose cautele nella verifica delle verità ufficiali, si sta recitando da parte di vasti settori della stampa italiana – tanto “democratica”, quanto “scorretta” - una vera commedia degli equivoci, che occulta dietro un equanime e inestinguibile
Sei, siete Forza Italia, sei, siete il partito di Berlusconi. Sei, siete il partito del leader occidentale che più ha garantito sulle credenziali democratiche di un ex ufficiale del KGB che ha scalato le gerarchie del potere post-sovietico lasciando dietro di sé una scia di morti ammazzati
“Vorrei capire dove trova il tempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per collegarsi ogni giorno con qualche Parlamento. Lo capiremo tra qualche mese”.
Spese militari e difesa europea. Conte ha torto, ma Draghi non ha ragione
Giuseppe Conte conferma di essere un orologio rotto. Non ci si può basare su quello che dice per prendere alcuna decisione, eppure due volte al giorno (nel caso di Giuseppe Conte molto, molto, molto meno) è precisissimo: per le ragioni sbagliate, ma questo non vuol dire che in quel momento l'ora esatta sia un'altra.