Istituzioni ed economia
La fine del governo Draghi e i motivi per cui poteva andare a finire così erano nell'aria da tempo: c'è chi li fa risalire alle elezioni amministrative della primavera, chi alla rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, chi a questo o quel provvedimento.
È singolare che il decorso della crisi politica della maggioranza – una malattia nella malattia del sistema politico, un epifenomeno della deriva non solo nichilista, ma suicidaria del mainstream populista – sia finito interamente sulle spalle di Draghi proprio nel momento in cui, per dignità, amor proprio, sfinimento o voglia di libertà lo stesso Presidente del Consiglio sembrava volersene liberare.
C’è una insistente retorica sulle risorse del PNRR, sembra che si debba rifare tutta l’Italia con questi fondi e che, finalmente, si possano risolvere tutti i problemi del Paese. Non stiamo dando troppa enfasi? Può essere proprio così?
E allora, la Lega? Se Di Maio non è meglio di Conte, perché Giorgetti e Zaia sarebbero meglio di Salvini?
Le discussioni, tanto accorate, quanto inutili, sullo scontro Conte-Di Maio potrebbero essere agevolmente ricondotte alla loro matrice comune: quello di una commedia degli inganni tra due interpreti di vaglia del trasformismo grillino; tra due campioni di un (non) partito senza altra identità
Dal dramma della Bolognina alla barzelletta grillina, breve storia delle ultime scissioni
Terminato nel giro di qualche giorno il conflitto intra-grillino tra Conte e Di Maio, due professionisti del trasformismo ormai navigati, è inevitabile pensare a quanto “strutturate” e sofferte fossero le metamorfosi e le scissioni dei grandi partiti prima della liquefazione – ma forse sarebbe il caso di parlare di rarefazione – dello spettro politico-partitico.
L'equivoco delle terza nel dibattito del mondo post-comunista. Il confronto tra Tronti e Morando
La terza via non è quella tra socialismo reale e socialdemocrazia; la "terza via" è la socialdemocrazia, il laburismo, il socialismo liberale, il liberalsocialismo; anche la via "cristiano democratica" di Roepke - quella distante sia dalla schiavitù padronale che da quella statolatrica - è terza via.
Anno 2022, lo stress test per l’ordine liberale. Conversazione con Vittorio Emanuele Parsi
Vivere godendo di un ordine mondiale sempre più aperto e liberale, immaginare un futuro dove una crescente armonia e pace sarebbero state dominanti; sono cose che forse per chi è cresciuto negli ultimi 30 anni parevano grossomodo acquisite. Sicuramente per quelli che avevano scordato la lezione del ‘freedom is not for free’.
Pacifismo, realismo e pluralismo sono da settimane le parole feticcio e le maschere dell’intendenza putinista, che segue disciplinatamente l’agenda mediatica del Cremlino, incorporandone e diffondendone le “verità alternative”.