La religione aperta di Michela Murgia
Istituzioni ed economia
Il cristianesimo aperto di Michela Murgia, il suo essere teologa e insegnante di religione, credente inquieta e dunque viva, dimostra ancora una volta la straordinaria fecondità di una fede che ha tanto da dire.
I cristi-crocifissi sono una moltitudine di senso e di eterno per chi è si persuaso nel dire "tu a tutti", nella via della nonviolenza; per chi spera nel volto composito e plurale di Dio - volto di volti - e nella compresenza dei morti e dei viventi.
Il suo radicalismo politico ha evidentemente questa fonte d'azione e di pensiero: la riforma radicale della realtà non solo sociale ma ontologica ... ed ha avuto senz'altro successo nel mutare di segno al dolore, ai giorni contati, alla sofferenza.
La sua "malattia" non è stata per la morte ma per l'incremento costante e la "nascita", così come pure la sua maternità d'anima e la sua famiglia allargata e non escludente. Mi è sempre sembrato tutto quanto come una preghiera, un inno, una sfida per l'affermazione anche di una Società liberata.
Il marxismo, il sessantottismo, l'estremismo elitario, non c'entrano nulla con questa impostazione di fondo e anche il profondo antifascismo della Murgia non ha nulla della contrapposizione parolaia, violenta e oziosa allo stesso tempo, tra parti avverse, tra squadre opposte della stessa competizione farsa... non c'entrano Destra e Sinistra!
L'antifascismo della Murgia è figlio della opposizione "religiosa" di Piero Martinetti, di Giuseppe Rensi, di Ernesto Buonaiuti, di Aldo Capitini. Michela Murgia è spiritualmente unita a questi grandi pensatori e agitatori della liberta che hanno saputo dire di no e pagare con il sacrificio personale il coraggio della propria intransigenza.
Il fascismo oggetto delle analisi di Michela Murgia - non è quello "retorico", disincarnato e, dunque, irreale dell'insulto reciproco nel teatrino della politica politicante - ma è quello "storico" che vive, quindi, anche di filiazioni, eredità, mutazioni, semplificazioni sfasciste, autoritarismo, populismo, demagogia, attualizzazioni.
Dirsi e farsi continuamente antifascisti per la Murgia come per i "religiosi aperti" su citati ha sempre e solo voluto dire una cosa precisa: affrancare l'individuo dalla presa soffocante del Potere, dall'imposizione di una morale e di un pensiero generale che disconosce interrogativi e che condanna il "diverso", l'eretico, all'emarginazione, alla ghettizzazione, al carcere, alla morte.
Eco parlava di ur-fascismo, di fascismo originario sempre emergente in diverse declinazioni politiche anche oggi.
Riconoscere queste forme e concretazioni è senz'altro anche un compito "religioso" e Michela Murgia ha dimostrato come farlo, lasciando una traccia che andrebbe approfondita tanto a destra quanto a sinistra.
L'ultima lezione che ne emerge, infatti, è la fatica della democrazia, del diritto e della complessità: la lezione - a mio parere - cristiana, radicale e liberale del primato delle persone, delle loro scelte, sull'imposizione di Governo, di Chiesa e di Stato.