Editoriale
L'Istat e il Cav.. Solo il secondo porta buone nuove a Renzi. Ora "operazione verità"
Delle due notizie di giornata, largamente attese e previste negli esiti, la prima, quella dell'incontro col Cav. sull'Italicum, regala a Renzi un accordo rinsaldato e forse ulteriormente imbastardito sulla legge elettorale. L'altra notizia, invece, quella dell'Istat, dice quanto già si intuiva e si temeva. Che l'economia italiana sta male, che la febbre scende e sale - e ora è tornata a salire - e che la guarigione non arriverà da sola, come dopo l'inverno arrivano la primavera e, magari un po' in ritardo, l'estate, secondo l'ottimistica metafora usata ieri dal Presidente del Consiglio.
Leggi tutto...Ci sono sacche di resistenza e conservazione nell'attuale Partito Democratico che ricordano il centrosinistra del 2006-2008, quello che andò al governo con Romano Prodi. L'illusione della redistribuzione come fonte di ricchezza portò l'Unione prodiana a smantellare la riforma previdenziale Maroni, aggravò la spesa pubblica sperperando i fantomatici "tesoretti" e aumentò l'Irpef. Erano anni quieti per l'economia italiana, con una mini-ripresa che nascondeva le mille storture di una maggioranza politica frammentata e priva di una visione coerente per il futuro. Ci si baloccava con la lotta al precariato, in nome del posto fisso, e con strampalati slogan anti-ricchezza lanciati a gran voce dalla nutrita componente di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani.
Leggi tutto...Riforme, non riforme, controriforme. Renzi ha in mano l'Italia, il governo no
Per il momento, il faticoso giorno per giorno dell'esecutivo - alle prese con problemi interni e vincoli esterni meno "flessibili" di quanto si sperava - e la trionfante popolarità del Presidente del Consiglio sono due fenomeni politicamente paralleli, né convergenti, né divergenti, ma clamorosamente indipendenti.
Leggi tutto...La presa di posizione di Carlo Cottarelli era attesa da settimane, auspicata da più parti (vedi l'editoriale di Francesco Giavazzi ieri sul Corriere, ma anche le puntuali segnalazioni di Riccardo Puglisi) e alla fine è arrivata. Il commissario per la revisione della spesa pubblica ha usato l'informalità di un blog per porre in discussione la madre di tutte le questioni per la politica fiscale del governo Renzi: c'è la volontà politica per una significativa e mirata riduzione della spesa pubblica finalizzata ad un alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro?
Leggi tutto...L'ostruzionismo, una rendita per il Renzi destruens. Quello construens arranca
Le questioni istituzionali sono tra i temi politici più oscuri e meno appassionanti per l'opinione pubblica. Attorno ad esse aleggia un fumo retorico denso e irrespirabile, che le rende incomprensibili e dunque sospette. La materia è decisamente tecnica e non è semplice comprenderne i meccanismi di funzionamento, né immaginarne le possibili conseguenze.
Leggi tutto...Il modello tedesco di Albertini e il protezionismo da bar di Tavecchio
In un tempo in cui l'industria del calcio italiano merita una modernizzazione radicale, per ritrovare competitività, qualità del gioco e interesse da parte del pubblico internazionale, Carlo Tavecchio appare ai più (e non per ragioni anagrafiche) l'esponente di un vecchio e screditato establishment pallonaro, più causa che soluzione del declino. A parte le becere battute sulle banane, che di per sé meriterebbero la rinuncia dell'attuale vicepresidente FIGC alle sue aspirazioni presidenziali, è estremamente criticabile il merito di "policy" della metafora tavecchiana sul calciatore extracomunitario Optì Pobà, che arriverebbe in Italia a rubare il posto ai giovani giocatori nostrani. Si tratta della riproposizione sportiva del solito slogan protezionista, che fa danni in ogni ambito economico e sociale. Una tesi forse buona per i ragionamenti da bar, ma non certo per la persona a cui dovremmo affidare una istituzione così "preziosa" per milioni di italiani come la Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Leggi tutto...Il teatro delle riforme. Questa opposizione fa male al governo. Outlook negativo
La discussione parlamentare sulla riforma costituzionale - e in larga misura anche quella pubblica - segue coordinate del tutto irrazionali e "logiche" prive di qualunque coerenza formale e sostanziale. E lo stesso può dirsi del dibattito che accompagna le prime e tutt'altro che fulminee iniziative dell'esecutivo in campo economico-sociale.
Leggi tutto...È difficile prendere partito tra i sostenitori delle magnifiche sorti e progressive del Senato no cost e della Repubblica 2.0 e i difensori della Costituzione in pericolo, aggrappati mani e piedi ai feticci della Carta più bella del mondo. Non è una riforma epocale, non è buona, forse neppure sufficiente. Ma solo i matti e i fanatici vi possono vedere l'ombra di un progetto eversivo e di quel colpo di Stato "democratico" di cui cianciano i grillini, con echi trasversali a destra e pure a sinistra.
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