Generare forza attraverso l’unità: l’esempio del Bahrein
Il Bahrein è un piccolo Paese, ma al tempo stesso è una società multietnica, multiculturale e multireligiosa. Una peculiarità che lo rende un laboratorio d’eccezione per le riforme che stanno interessando l’intera regione del Golfo Arabo.
Il Bahrein è una piccola isola-Stato; un Regno multietnico, multiculturale e multireligioso nel Golfo Arabo. Gli affari esteri del Bahrein e le disposizioni di sicurezza che esso ha privilegiato riflettono le realtà geopolitiche e geo-economiche che affronta. Il 2017 – nonostante le turbolenze nel Medio Oriente in senso più ampio, e in particolare nel Golfo Arabo – non ha alterato la visione strategica del Bahrein. L’ha, invece, rinforzata. Gli eventi del 2017 hanno giustificato il cammino che il Bahrein ha seguito, specialmente perché abbiamo dovuto guidare un percorso che si confronta con due minacce terroristiche, un rivale geopolitico in agguato, alleanze regionali in evoluzione, e il rischio di guerra proveniente da Yemen, Iraq e Siria. Tutto questo assicurando al tempo stesso che i nostri cittadini siano al sicuro, sani, prosperi e liberi, così che il Bahrein possa continuare a dare il suo contributo alla comunità internazionale.
Tuttavia, il 2017 è stato un anno agitato. E, se si parla di una serie di sfide socioeconomiche e ambientali, strategiche o in corso, è probabile che gli affari globali rimarranno in uno stato di fluttuazione e di crisi nel futuro. Come piccola isola-Stato, il Bahrein sente l’acuirsi di queste sfide più di altri Stati – non abbiamo dalla nostra una profondità strategica che possa metterci al riparo dalle alte maree provocate dall'innalzamento dell'odio settario e della tensione geopolitica. Il Bahrein deve agire velocemente, sviluppare e implementare strategie che riflettano le dimensioni del paese rispetto all'urgenza della sfida.
Lo scorso anno ha rafforzato l'idea che la sicurezza non sia solo una questione militare, ma un concetto più ampio che comprende lo sviluppo sostenibile, l’uguaglianza di genere, l’empowerment dei giovani, le opportunità economiche e la stabilità, la consapevolezza ambientale, una società civile durevole, l’assistenza sanitaria e l’istruzione. Nei casi in cui questi ingredienti mancano, la sicurezza e la stabilità rimangono sfuggenti. Viaggiare in Siria, in Iraq o in Libia e indagare sulle origini del fallimento dello Stato e della vulnerabilità nazionale e, in aggiunta a fattori esterni, sui chiarissimi vuoti nella sicurezza sociale, fa riflettere. Ecco perché il Bahrein – tra gli altri paesi del Golfo Arabo – rimane impegnato nelle riforme e nello sviluppo. Fa parte del nostro patrimonio ed è la vera garanzia della sicurezza interna.
Nonostante la rivoluzione iraniana del 1979 sia stata, da allora, un fattore determinante per l’instabilità della regione – anche nel 2017 –, e la politica iraniana continui a mirare a esportare la sua rivoluzione (ad esempio in Bahrein), il Bahrein ha tenuto duro e siamo orgogliosi di essere una nazione con diversi gruppi religiosi, fondata sulla convivenza pacifica che si è rafforzata negli anni e nei secoli. Il Bahrein è prevalentemente una combinazione di musulmani provenienti da nazioni arabe, ma si trovano anche cristiani, ebrei, indù… tutti cittadini del Bahrein che vivono pacificamente nel loro paese, contribuendo allo sviluppo del loro paese. Questo è un modello di successo proprio nel momento in cui l’intolleranza religiosa ha causato caos nella regione. Ma non è stato facile. Il Bahrein ha sofferto la vicinanza dell’Iran, che incanala le sue risorse verso la distruzione del nostro modello e che concentra la sua attenzione sulla divisione della nostra società, e questa interferenza rappresenta una delle sfide più potenti che abbiamo affrontato nei decenni, e che continua a costituire un pericolo per i nostri cittadini.
Il Bahrein ha risposto come sempre, raddoppiando i suoi sforzi per mantenere la coesione sociale. La più recente spinta è iniziata nel 2000, quando Sua Maestà, il Re Hamad Bin Isa Al Khalifa, ha presentato il suo progetto di riforma, che è in effetti un progetto in divenire, inclusivo, politico, sociale ed economico, che ha introdotto tutta una serie di iniziative nel Paese, che continuano a svilupparsi oggi.
Consideriamo che solo 17 anni fa il Bahrein non aveva ancora un Parlamento eletto: c'era una camera singola, di nomina diretta. Il prossimo anno, il Bahrein andrà alle urne per eleggere il suo quinto Parlamento, del mandato di quattro anni. 17 anni fa le donne non avevano pieni diritti, e ora sono alla pari con gli uomini e la Legge sulla Famiglia del 2017 contiene importanti disposizioni giuridiche che pongono il Bahrein tra le società più avanzate in tutto il mondo. 17 anni fa non avevamo la separazione dei poteri, che ora invece è stata adottata. Ci concentriamo sullo sviluppo economico e sociale e sull’uguaglianza di genere in modo che gli uomini e le donne siano uguali nei doveri e nei diritti. Oggi siamo tutti orgogliosi di trovare donne al fianco degli uomini in tutti i settori, come avvocati, procuratori, giudici, ambasciatori, ministri, soldati. Nelle arti, negli sport nazionali. Il divario di genere è stato chiuso, e come risultato il Bahrein è un paese più forte.
Focalizzandoci poi sulla politica estera del Bahrein, ci sono alcuni pilastri fondamentali che abbiamo sempre privilegiato, e nel 2017 non abbiamo smesso di farlo. Il rispetto per la sovranità del nostro paese, la non-interferenza negli affari degli altri Stati, la convivenza pacifica, il sostegno a tutti gli sforzi internazionali che portano pace e prosperità a livello globale. Ecco perché il Bahrein è un attore importante nella lotta internazionale contro il terrorismo. È necessario un approccio collettivo per affrontare questo problema, e il Bahrein crede nel multilateralismo.
Il terrorismo è una delle minacce più drammatiche che incombe sul mondo, ma il terrorismo non può funzionare senza finanziamenti. Può funzionare senza territorio, può funzionare senza una chiara struttura di comando e controllo, ma non può funzionare senza soldi. Allora, da dove vengono questi soldi? Questa è una questione di primaria importanza, e l’approccio collettivo di lotta al terrorismo, di lotta a chi finanzia il terrorismo, è una priorità. Il Bahrein sta guidando la lotta per interdire i finanziamenti al terrorismo, e nel 2017 ci sono state alcune importanti operazioni per fermare il flusso di denaro ai gruppi terroristici nella nostra regione.
L’Europa soffre, l’Africa soffre, il Golfo e il Medio Oriente in senso più ampio soffrono di una nuova ondata di violenza terroristica che si infiltra facilmente attraverso frontiere permeabili, e infligge sofferenze alle popolazioni civili. Nel 2011, circa 25 tra milizie e gruppi terroristici conosciuti operavano in Libia, oggi sono 275, e lo spillover in Europa è inevitabile. Il boicottaggio del Qatar del 2017 deve essere compreso nel contesto delle politiche di Doha di sostegno finanziario ai gruppi terroristici e delle politiche degli Stati del Golfo, compreso il Bahrein, per combattere il terrorismo. Questo mette i paesi del Golfo su fronti diversi nella guerra contro il terrorismo.
Il 2017 sta rapidamente finendo, ed è giunto il momento di chiedersi come si svilupperà il 2018. Senza una sfera di cristallo è impossibile dirlo. Tuttavia, è chiaro che il Bahrein si muove con fiducia verso il futuro, lungo i seguenti principi guida.
In primo luogo ci focalizziamo sul mantenimento dell'unità nazionale, della cittadinanza e della convivenza pacifica in tutti i segmenti della nostra società. Un Bahrein unito è un Bahrein sicuro che può superare tutti gli ostacoli.
In secondo luogo, aspiriamo a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e ci concentriamo sull’allineamento di tali obiettivi con i nostri piani nazionali, sull’ottenimento del necessario sostegno da parte delle agenzie delle Nazioni Unite e di altri nostri partner.
Terzo, ci stiamo muovendo costantemente nella lotta contro il terrorismo. Questo è il cammino che abbiamo intrapreso e non ci allontaneremo da esso, perché il terrorismo è il fenomeno più distruttivo dei nostri tempi.
Infine, puntiamo al rafforzamento della partnership con i nostri amici – Stati, istituzioni e organizzazioni – e a chiudere le lacune nella comunicazione in modo da comprendere e farci comprendere meglio, avere un dialogo aperto, mantenere le nostre amicizie, stabilire nuovi rapporti e comunicare apertamente su questioni di interesse per tutti.
Le relazioni internazionali sono uno spazio in continua evoluzione. I piccoli Stati non possono permettersi il lusso di “aspettare e vedere come va”, sono sempre stati costretti ad agire con velocità per prendere le giuste decisioni al momento giusto. Il Bahrein, essendo un piccolo Stato, utilizza i suoi migliori e più brillanti elementi, ha una solida leadership che lavora per gli interessi nazionali e, di conseguenza, tutti guardiamo al futuro di un Regno sicuro e prospero in una regione, quella del Golfo Arabo, che tornerà a essere stabile e sicura.
Abdulla Bin Ahmed Al Khalifa è Sottosegretario agli Affari Internazionali presso il Ministero degli Affari Esteri del Regno del Bahrein
INDICE Novembre/dicembre 2017
Editoriale
Monografica
- Golfo Arabo, l’anno che non c’era: cosa, come e perché della crisi del Qatar
- Arabia Saudita, primi importanti passi verso il cambiamento
- Generare forza attraverso l’unità: l’esempio del Bahrein
- Separare la politica dalla religione: un anno di riforme in Bahrein
- Emirati Arabi Uniti, un 2017 in crescita
- Kuwait e Oman, i mediatori del Golfo
- Gulf Economic Visions: come riprogettare l’economia del Golfo
- Arab Gulf, the year that wasn’t: the who, what and why of the Qatar crisis
- Saudi Arabia, the first important step towards change
- Generating strength through unity: the example of Bahrain
- Separating politics from religion: a year of reforms in Bahrain
- United Arab Emirates, a 2017 of growth
- Kuwait and Oman, mediators of the Gulf
- Gulf Economic Visions: how to redesign the Arab Gulf economy