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Salvini e Orban (e quelli come loro), ricordano le fazioni ultrà di diverse squadre, anche irriducibilmente nemiche, che hanno però in comune tra loro simbologie e codici d’onore, e ne fanno fiera mostra in nome del preteso diritto dei tifosi a prendersi a botte a vicenda, così come delle nazioni a farsi la guerra.

Salvini e Orban (e quelli come loro) non hanno un solo interesse comune e coincidente: al primo farebbe comodo che gli altri paesi europei accogliessero almeno parte dei migranti che sbarcano in Italia, ma questo non è possibile a causa dei veti del secondo, sui quali si è infranta anche la disponibilità degli altri paesi europei a rivedere in senso favorevole all’Italia il trattato di Dublino. Il primo è ministro di un paese contributore netto dell’Unione Europea (sebbene non nella misura che lui ama propagandare), mentre il paese governato dal secondo riceve dall’Unione Europea ben cinque volte quel che versa: se l’Italia, come da consueta e patetica minaccia, dovesse decidere davvero di non versare più un euro nelle casse europee, a farne le spese sarebbero i paesi come l’Ungheria, non certo la Germania o la Francia.

L’Europa per Salvini e Orban (e per quelli come loro) è solo la piazza in cui menare le mani, il terreno di scontro per guerre commerciali e scaramucce di frontiera, e per loro la sovranità europea deve essere erosa fino a sparire del tutto, così come nelle curve e nelle aree intorno agli stadi la polizia dovrebbe rinunciare - secondo gli ultrà - a esercitare il controllo del territorio, cedendo il ruolo di garanzia dell’ordine pubblico proprio a loro, agli ultrà, a “Genny ‘a carogna” e a “Ivan il terribile”. Cosa mai potrebbe andare storto?

Quel che hanno in comune Salvini e Orban (e quelli come loro) è l’ideologia nazionalista e protezionista in nome della quale sacrificare anche gli interessi dei loro paesi e dei loro popoli: le economie dell’Italia e dell’Ungheria sono entrambe orientate all’export, e avrebbero entrambe solo da perdere dal ritorno dell’epoca dei dazi intra-europei e delle guerre commerciali con le altre potenze mondiali.

Il nemico di Salvini e Orban (e di quelli come loro) è lo Stato di diritto, la cui funzione è quella di mettere limiti al potere, nell’interesse dei “senza-potere”, mentre loro vorrebbero assolutizzare, ovvero sciogliere da ogni controllo, il potere che deriva dal consenso popolare. E l’alleato perfetto di entrambi, naturalmente, è Vladimir Putin, l’unico che avrebbe un vero e tangibile interesse nella destrutturazione e nella dissoluzione dell’Unione Europea.

Un’Europa in cui finissero per comandare Salvini e Orban (e quelli come loro) avrebbe l’aspetto di una città messa a ferro e fuoco da bande di ultrà. Tutto sommato, l’aspetto reale che aveva l’Europa prima che cominciasse il settantennio di pace e prosperità economica dovuto al faticoso processo di integrazione europea che loro vorrebbero azzerare.

@giordanomasini