L'opinione comune sulla sperimentazione animale si fonda più che altro sui pregiudizi, oltre che sulla diffusione di immagini false, datate o decontestualizzate. La propaganda animalista gioca molto sulla diffusione in rete di immagini dal forte impatto emotivo, senza curarsi troppo della loro autenticità. Facciamo qualche esempio interessante.

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La sperimentazione animale è sempre un tema caldissimo. Questo perché, al di là delle questioni scientifiche, abbiamo un maggiore livello di sensibilità rispetto al passato, oltre che un rispetto e una attenzione per la vita che fino a non troppo tempo fa non erano diffusi come oggi. E una volta su animali venivano effettivamente fatti  esperimenti terribili, tutti senza anestesia. Le cose fortunatamente sono cambiate: col tempo siamo diventati più attenti alle condizioni degli animali e abbiamo affinato i nostri metodi di ricerca, sostituendo le cavie ove possibile e limitando le sofferenze di quelle utilizzate.

Ancora oggi, però, l’immagine del sadico ricercatore che non si cura del benessere degli animali è piuttosto diffusa. Per quale motivo? In parte perché abbiamo ancora impresse nella mente quadri, disegni e vecchi filmati che ritraevano scienziati e pseudo tali destreggiarsi con strumenti che avevano l'aspetto di attrezzi di tortura, terrificanti solo a guardarsi. E chi non è del mestiere può avere l’impressione che in fondo non sia cambiato granché. Ma c’è, anche, una profonda disinformazione scientifica sul tema: se vecchie immagini vengono spacciate per recenti e si finisce per convincere il pubblico che la sperimentazione animale oggi sia ancora quella che si praticava in passato: pensare che certe pratiche non abbiano senso di esistere nel 2014 è più che legittimo. E infatti non esistono più. Le immagini che girano in rete sono tante. A volte le foto sono datate, ma vere. A volte non solo sono vecchie, ma anche decontestualizzate.

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Quest’immagine condivisa su facebook, ad esempio, potrebbe a prima vista sembrare cruenta, anche per via del gesto istintivo dello scimpanzé che tende le braccia verso gli uomini, quasi supplicante. La descrizione parla di cancro e case farmaceutiche, ma in realtà si tratta di HAM, primo scimpanzé ad aver viaggiato nello spazio: un’immagine, precisiamo, del Gennaio 1961. Sapere che non si tratta di un esperimento con pinze e sostanze tossiche già influenza decisamente l’opinione dell’osservatore, ma anche la scelta dell’immagine ha grande importanza. Se a fianco della descrizione (errata) fosse stata utilizzata quest’immagine, appartenente allo stesso servizio fotografico, il lettore si sarebbe fatto sicuramente un’idea diversa.

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A volte le immagini possono seriamente confondere le idee di chi le guarda. È questo il caso di questa immagine, condivisa migliaia di volte su facebook, che ritrae un coniglio con gravi irritazioni cutanee. Nella descrizione si parla di sperimentazione animale per cosmetici. In effetti, potremmo anche crederci (oggi la sperimentazione per cosmetici è vietata). Con un po’ di fatica però si può risalire alla fonte originaria (il sito di una clinica veterinaria) e accorgersi che si tratta di un coniglio affetto da scabbia.

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Di immagini su internet se ne trovano davvero di ogni tipo e questo è il principale problema di internet: la verifica dell'attendibilità delle fonti e delle notizie ricade nella maggior parte dei casi sull'utente finale. E poi c'è il problema del confirmation bias: tendiamo sempre a cercare conferme alle nostre convinzioni e selezioniamo le notizie che non mettano in crisi i nostri pregiudizi. Infine ci sono le immagini decontestualizzate, come l'ultima che vi mostriamo.

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Perché non credere che quei gattini immobilizzati con tenaglie sono destinati alla sperimentazione? In questo caso l’immagine è verissima, ma non si sta facendo nessuna sperimentazione: si tratta di una sterilizzazione di gatti randagi. Una pratica normalmente accettata e spesso difesa proprio dagli animalisti che giustamente la preferiscono alla soppressione. Ma sappiamo come avvengono le sterilizzazioni? E soprattutto, sappiamo come si fa sperimentazione nei laboratori? Se la risposta è no, non stupisce che si possa scambiare una per l’altra. Se poi l'immagine viene diffusa con una didascalia falsa, si va ben oltre la decontestualizzazione.

Le immagini influiscono in maniera determinante sull’opinione delle persone. E tante campagne anti-vivisezione si basano su immagini dal forte impatto emotivo. Se queste foto vengono interpretate male (non per caso, ma perché qualcuno ci spinge volutamente a farlo), ci si fa un’idea completamente distorta della realtà. A propagare questa visione distorta, fino a farla diventare una sorta di verità rivelata, ci penserà la rete.