Biden giuramento grande

Dopo quattro anni di politica e dichiarazioni negazioniste del circo trumpiano, gli Stati Uniti dell’era Biden rientrano nell’accordo di Parigi sul clima.

Fu proprio l’ex presidente ad annunciare nel giugno 2017 l’avvio della procedura per l’uscita dall’accordo in nome di quel “America first” scandito per tutta la campagna elettorale. “Sono stato eletto dai cittadini di Pittsburgh, non da Parigi”, disse dal prato della Casa Bianca annunciando anche lo stop ad ogni forma di contribuzione statunitense al Green Climate Fund delle Nazioni Unite.

Oggi uno dei primi passi mossi dall’amministrazione Biden in politica estera è proprio il rientro degli USA nell’accordo di Parigi, riconsegnando alla democrazia a stelle e strisce il ruolo di leader nella lotta al cambiamento climatico iniziata e fortemente voluta da Barack Obama.

Il rientro nell'accordo di Parigi era una delle massime priorità enunciate nel corso della campagna elettorale da Biden che, a poche ore dall’aver prestato giuramento, aveva subito firmato un ordine esecutivo che avrebbe avviato un processo di trenta giorni per rientrare nel patto.

Nel comunicato stampa del Dipartimento di Stato americano è evidenziata la centralità che il cambiamento climatico ha per l’amministrazione Biden che, in continuità con quella Obama e come affermato dal neo Segretario di Stato Blinken, si impegna a rendere il cambiamento climatico una componente chiave della sua politica estera, inserendolo nelle sue più importanti conversazioni bilaterali e multilaterali.

A segnare una netta inversione di tendenza rispetto alla linea Trump anche l’importanza attribuita alla scienza e agli scienziati in prima linea per affrontare le vere minacce del cambiamento climatico, una risposta alla piovra negazioniosta che ha attanagliato gli USA per quattro anni.

Gli Stati Uniti rientrano dunque nell’accordo di Parigi, ma non sappiamo quali saranno i danni a lungo termine causati dall’ignoranza e dalla spavalderia trumpiana, soprattutto in Europa dove le forze sovraniste che guardano con simpatia e ammirazione all’ex presidente USA, ripropongono a menadito il mantra della lotta al cambiamento climatico assassina di economie e posti di lavoro.