Boris Nemtsov, un delitto di mafia
Istituzioni ed economia
Per lungo tempo, la mafia in Italia (ufficialmente) non esisteva, anche se esemplarmente ammazzava chi le si opponeva. D'altra parte, l' "inesistenza" della mafia era proprio il crisma della sua esistenza e dell'impermeabilità del potere mafioso. E a rafforzare questo potere, oltre al monopolio riconosciuto della violenza, legittima e illegittima, concorreva anche l'impressionante consenso, liberamente prestato o forzosamente estorto, che la società siciliana tributava all'ordine politico criminale e alla sua paradossale "legittimità", come unica forma di reale auto-governo in una terra in cui lo Stato per definizione era, e anche dopo l'Unità rimaneva, "straniero".
In Russia e fuori dalla Russia, oggi, capita spesso che muoia ammazzato chi si oppone alle oligarchie politiche e economiche che dal Cremlino insieme opprimono e rappresentano la società russa, proprio come la mafia (quando "non esisteva") insieme opprimeva e rappresentava la società siciliana, esprimendone l'anima profonda e culturalmente caratteristica. Quello di Boris Nemtsov sembra dunque un delitto di mafia per ragioni non solo formali e stilistiche, compreso il rituale tentativo di auto-depistaggio da parte delle autorità inquirenti.
D'altra parte se di quello mafioso si può dire, un po' azzardando, che si trattava di un fenomeno a suo modo "democratico", a maggior ragione lo si può dire del regime che ha occupato la Russia post-eltsiniana, usando la forza tellurica della frustrazione nazionalista e promettendole un risarcimento. Putin non garantisce alla Russia l'uscita dal sottosviluppo politico e economico - e dunque la libertà e la prosperità - ma la fine di un'usurpazione e il ritorno alla potenza. Putin insomma promette alla Russia di essere semplicemente la Russia, capace di far paura a tutti e di non averne di nessuno, che è in fondo quello che - mutatis mutandis - la mafia prometteva alla Sicilia.
Il putinismo e la mafia sono due fenomenali profezie che si auto-adempiono, due storie di potere e di successo di impressionante efficacia. Non sono, però, due "destini". E chi oggi invita a accettare la Russia per quella che è - senza tirare troppo la corda sulla contabilità dei morti - ricorda sinistramente quelli che invitavano a guardare la mafia come un fenomeno di natura, di cui era impossibile pensare di liberarsi e liberare i (troppo consenzienti) siciliani.