Cronache da Nottingham – In Italia si legifera solo per eccezioni
Ottobre 2013 / Istituzioni ed economia
Questo nostro povero Paese assomiglia sempre più a Nottingham, credo che anche il più attempato lettore non farà fatica a ricordare il famoso Sceriffo della versione disneyana. Non mi riferisco solo ad un fisco sempre più dedito a “manovrine” salva gettito (il diminutivo usato da politici e stampa immagino serva a rendere l’operazione più indolore). Manca da troppo tempo una visione ed una guida politica, il Principe Giovanni non è né stimato né in grado di governare, Re Riccardo tarda ad arrivare.
Stiamo perdendo completamente la visione di sistema. Assistiamo incuriositi ma impotenti a tentativi di sperimentazione normativa che hanno sì l’intento di modernizzare il Paese ma che vengono portati avanti senza una la volontà politica forte alle spalle per riuscire a trasformare l’esperimento in un sistema coerente ed efficace. Ci troviamo di fronte all'ennesima scorciatoia, all'ennesima proposta di norma ad hoc che al posto di ripensare in maniera organica il sistema si concentra su agevolazioni limitate sia nei fruitori sia temo negli effetti economici per il Paese.Abbiamo visto un particolare accanimento terapeutico nei confronti delle Società a responsabilità limitata (Srl). In pochi mesi la fantasia del legislatore ha partorito:
• Srl a capitale ridotto
• Srl semplificate
• Modifiche sul capitale minimo delle Srl
• Start up innovative (che invero possono assumere anche altre forme societarie).
• L’ambizioso piano di Destinazione ItaliaProviamo ad effettuare una veloce analisi per spiegare concretamente le perplessità di chi scrive. L’analisi non vuole essere esaustiva né troppo tecnica, mi si perdinino dunque eventuali imprecisioni.
SRL A CAPITALE RIDOTTO
Un nuovo tipo di s.r.l. che si sarebbe dovuto aggiungere alla s.r.l. semplificata ed alla s.r.l. ordinaria. Poteva essere costituita con contratto od atto unilaterale da:
• persone fisiche di età superiore ai trentacinque anni;
• con capitale sociale minimo inferiore ai 10.000,00 Euro.
È durata lo spazio di un mattino o poco più. Nessuno ha mai compreso realmente i vantaggi di questo strumento che giustamente è stato soppresso.
SRL SEMPLIFICATE
Inizialmente previste solo per giovani (il limite di età oggi è fortunatamente caduto) vedono la possibilità di non essere sostanzialmente dotate di un capitale minimo (basta 1 euro simbolico) e non comportano oneri notarili. Il legislatore si pone due obiettivi interessanti senza però portare a compimento il suo ragionamento. Evidenzia infatti che:
• è necessario fare una riflessione sul ruolo e sulla necessità del Notaio (es. statuto standard, ecc.);
• il capitale sociale in una moderna economia non rappresenta più una reale garanzia per il creditore ed andrebbe in qualche modo ripensato come concetto;
Lo stesso legislatore non trova però la forza politica per portare a compimento queste riflessioni e giungiamo al paradosso che:
• il ruolo del notaio resta cardine del sistema societario italiano ma in questo caso presta gratuitamente la sua opera. In qualche modo lo Stato Italiano reintroduce (o meglio i notai hanno chiesto che venissero reintrodotte a salvaguardia della loro figura professionale) le corvèe.
Definizione da wikipedia: Corvée è un termine francese (in italiano, talvolta, corvè) utilizzato nelle società feudali per indicare un tipo di prestazione dovuta da parte del vassallo al signore feudale (solitamente dovuta alla coltivazione di terreno o dal servo della gleba al proprietario terriero) tramite giornate di lavoro gratuito, solitamente destinato alla coltivazione delle terre padronali.
È del tutto evidente che reintrodurre in Italia l’obbligo previsto per legge di prestazioni gratuite è un assurdo che non fa che rimandare una moderna riflessione sul nostro diritto societario e civile in generale.
• Nulla si dice su ruolo, funzioni e costi delle camere di commercio.
• Il capitale sociale su cui si basa gran parte del sistema dei controlli e delle tutele si riduce ad 1 euro ma non sparisce, salvaguardando cosi la forma ma perdendo una straordinaria occasione di riflettere sulla sostanza.
MODIFICHE SUL CAPITALE MINIMO DELLE SRL
Identiche riflessioni si possono fare sulle recenti modifiche normative introdotte dai due nuovi commi all’art. 2463 c.c. (comma 4 e 5) che testualmente recitano:
“L’ammontare del capitale può essere determinato in misura inferiore a euro diecimila, pari almeno a un euro. In tal caso i conferimenti devono farsi in denaro e devono essere versati per intero alle persone cui è affidata l’amministrazione.
La somma da dedurre dagli utili netti risultanti dal bilancio regolarmente approvato, per formare la riserva prevista dall’articolo 2430, deve essere almeno pari a un quinto degli stessi, fino a che la riserva non abbia raggiunto, unitamente al capitale, l’ammontare di diecimila euro. La riserva così formata può essere utilizzata solo per imputazione a capitale e per copertura di eventuali perdite. Essa deve essere reintegrata a norma del presente comma se viene diminuita qualsiasi ragione”.
Chi vuole fare impresa deve porsi anche il problema di investire nel proprio progetto. Questi interventi sul capitale sono a mio parere decisamente inutili se non inseriti all’interno di riflessioni più ampie.
START UP INNOVATIVE
Questa nuova ed interessante tipologia contiene spunti ed intenti che meriterebbero una trattazione più ampia:
• Agevolazioni ad imprese che non distribuiscono utili e li reinvestono nell’attività
• Agevolazioni in materia di lavoro
• Agevolazioni fiscali per chi investe in attività innovative.
Sicuramente lo strumento meriterebbe degli affinamenti ma si è voluto premiare delle esigenze concrete degli imprenditori. Queste esigenze però non sono limitate a chi fa start up ma sono proprie di tutti quelli che fanno impresa in Italia. Il legislatore stesso si auto inganna mettendo dei paletti molto blandi e non fornendo una esatta definizione di chi fa innovazione reale.
Siamo sicuri che una impresa formata da laureati faccia per forza innovazione? Chi si occupa di web ( applicazioni, web mktg, ecc) può essere ancora oggi considerato un innovatore? L’impresa metalmeccanica che investe in ricerca e reinveste i propri utili fa innovazione o cerca semplicemente di competere sul mercato? Non merita di fruire delle medesime agevolazioni? La stessa parola innovazione oggi a mio parere contiene un auto inganno ed è fortemente consolatoria.
DESTINAZIONE ITALIA
L’ambizioso piano volto a promuovere il sistema Italia all’estero rappresenta ancora una volta un tentativo di spostare l’attenzione e di non affrontare il problema politicamente. Gli obiettivi sono condivisibili ma preferirei un Governo dedito a promulgare leggi e non slide. Cambiare il sistema Italia è una priorità ma le motivazioni devono essere in primis quello di aiutare le nostre imprese ad esser competitive non solo aiutare le imprese straniere che decidono di investire in Italia.
CONCLUSIONI
Pur comprendendo la buona volontà di chi a cercato di modernizzare questo Paese non credo che questi sforzi porteranno da nessuna parte se non si deciderà di snellire, semplificare un sistema normativo e burocratico che soffoca le nostre imprese.
L’innovazione nasce quando l’istruzione funziona, quando esistono nidi per aiutare le donne che lavorano, quando le grandi imprese fanno ricerca e trasmettono alla filiera competenze ed opportunità di sviluppo. Le startup devono riuscire a dialogare con le imprese tradizionali. Le prime porteranno nuovi metodi di lavoro e l'entusiasmo di ripensare il business model le seconde il loro bagaglio di competenze e solidità finanziaria.
Oggi si parla troppo di quote rosa, di agevolare i giovani, di stimolare l’innovazione, di incentivare gli investimenti esteri. Le categorie protette esultano anche perché in Italia tutti si sentono giovani ed innovativi. Senza la volontà politica di riformare il sistema nella sua interezza continueremo a fare solo marketing normativo. Proviamo a ripartire da due semplici parole: semplicità e merito. È l’unico modo per far crescere quelli che ci ostiniamo a considerare panda ma che panda non sono.
E forse riusciremo anche a tornare a credere che l’Italia non sia Nottingham.
INDICE Ottobre 2013
Editoriale
Monografica
- E' (ancora) il tempo dell'ottimismo razionale
- Oltre la gerontocrazia sessantottina
- Come sopravvivere ai tempi del credit crunch
- Il trionfo della speranza sull'esperienza
- Benedetta questa crisi (se ci salverà dalla paralisi)
- La Casta non basta: il vero spreco sono vent'anni di non riforme
- La spesa pubblica è finita, andate in pace
Istituzioni ed economia
- Ma la ripresa è ancora un miraggio
- Cronache da Nottingham – In Italia si legifera solo per eccezioni
- Mal di banca. Come e perché nulla sarà più come prima
- Renzi e la sindrome del braccio destro usa e getta
- Il crepuscolo dei liberali tedeschi. Intervista a Frank Schäffler
- Pagheremo le accise, ma non prendeteci in giro
Innovazione e mercato
- Quell'assurda mazzata sulle sigarette elettroniche
- Sulla Route 66 della mozzarella di bufala
- L'equivoco, molto italiano, dei minijob tedeschi
- Property rights and GDP growth are positively linked
Scienza e razionalità
- Il futuro delle biotech italiane, una promessa da mantenere
- La lezione di Stamina e quel che abbiamo rischiato davvero
- Il congedo della ricerca
Diritto e libertà
- Parità per gli uomini. Dentro il tabù della questione maschile
- Soccorso e pregiudizio
- Claudio Martelli: "Abolire reato di clandestinità e pattugliare coste africane"