La morte di Berlusconi e la sopravvivenza del berlusconismo
Istituzioni ed economia
Diciamocelo, i funerali veri sono quelli privati e il lutto è sempre intimo, familiare, soprattutto per un uomo politico orgogliosamente di parte, mai "di tutti", mai davvero fuori dall'agone dialettico più netto e duro.
Lo Stato o la Nazione, poi, c'entrano poco con lo strazio dell'addio al padre, al fratello, al compagno, al "capo", anche perché Berlusconi non è mai stato istituzionale, conforme, patrimonio comune; è stato un'eccezione davvero interessante, significativa, irriproducibile fino in fondo.
Per il Popolo, poi, dovrebbe contare il giudizio della Storia, l'approfondimento dell'analisi e della critica di una Politica così innovativa un tempo che - nel bene e nel male - diviene ormai passato. La Gente, invece, cerca l'emozione a tutti i costi, il tremore curioso anche all'ultimo miglio, di fronte ai volti - contriti o meno - dei soliti noti, dei protagonisti.
Berlusconi, tra le tante altre cose, è stato anche il re delle "soap", della "fiction" e gli è riuscita perfettamente anche l'ultima "trasmissione", con annesso "spot" pubblicitario del tipo "non escludo il ritorno".
Sarebbe stato diverso Lui e sarebbe diverso (e, forse, migliore) il nostro Paese se oggi si discutesse di un cordoglio raccolto e schivo dopo tutto il clamore di una Vita doppia e tripla.
Giorgia Meloni, il Governo, avrebbe dovuto comprendere tutto questo, evitando la proclamazione del lutto nazionale per affermare, invece, la coraggiosa partigianeria di un leader complesso, divisivo e, proprio per questo, indimenticabile e fecondo. Ha prevalso, secondo me, di contro, un'ultima esagerazione retorica, l'ultimo cedimento alla foga berlusconiana ed anche il tentativo strategico di strutturare al meglio l'eredità politica dell'ex Cavaliere.
Dimenticare - d'autorità - la specificità berlusconiana per incensare un'improbabile figurina "condivisa" e "scambiabile" significa anche questo: rivendicarne di forza - con la concessione degli onori più alti e inattesi - il passaggio di testimone; dimostrare a tutti - in maniera ab-norme - il decisionismo rigorosamente al "maschile" che Giorgia Meloni sta in questa fase interpretando. "Il Caimano è morto, viva il Caimano!"
Forza Italia è già stata ingoiata dai Fratellini d'Italia, il PPE sta per accettare l'ultimo cambio di pelle della Destra sovranista, l'Europa sta per virare a Destra - con l'alleanza tra clerico moderati e conservatori - con i Socialisti all'angolo, all'opposizione. Questo è il disegno, questa la ragione strategica di ogni mossa spregiudicata del Presidente del Consiglio pronto a prendersela con i "comunisti" 4.0 allignati dentro la burocrazia grigia e "sovietica" di Bruxelles.
Morto Berlusconi, forse, il berlusconismo gli sopravvivrà... oggi era in Duomo, a Milano, in prima fila.