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Sia chiaro: Salvini e Meloni non dicono (come sarebbe ragionevole) che è complicato praticamente e problematico giuridicamente imporre un obbligo generalizzato di vaccinazione per 60 milioni di italiani. Sostengono in modo razionalmente insensato e pandemicamente incendiario che al di fuori delle classi di età più a rischio - sotto i 40 anni - non sia proprio il caso di vaccinarsi e di insistere a inseguire i renitenti.

Dicono insomma qualcosa di molto diverso da quello che ha detto la Merkel – che con la costrizione non è possibile diffondere fiducia nelle istituzioni scientifiche e sanitarie e che quindi l’obbligo vaccinale potrebbe essere controproducente – e anche qualcosa di molto meno razionale di chi sospetta problemi e effetti collaterali di lungo termine per vaccini, che hanno bruciato le tappe e che sono stati commercializzati e somministrati in tempi e con modalità straordinarie.

I gemelli diversi della destra italo-orbaniana sostengono invece una totale scemenza: che per l’immunizzazione della popolazione dagli effetti (non solo sanitari) del contagio sia sufficiente vaccinare chi col Covid più probabilmente rischia la pelle. Gli altri, no. È però una scemenza fondata su una distorsione cognitiva molto diffusa: la stessa per la quale in genere la fiducia nei vaccini è tanto più alta quanto più questi servono a scongiurare un problema personale ritenuto incombente e molto meno dove la vaccinazione risponde a un interesse collettivo, con benefici per terzi. Infatti la fiducia nei vaccini è maggiore in Africa che negli Stati Uniti.

Tutto ciò detto: i no vax “militanti” sono una minoranza e uniti ai boh vax sono stimati intorno al 16% degli italiani. Allora perché i leader della destra italiana Salvini e Meloni difendono non il diritto giuridico, ma la scelta concreta di non vaccinarsi di una minoranza abbastanza marginale della popolazione, che è fortemente avversata da almeno 4 italiani su 5?

Perché in democrazia, in certo modo, i voti non si contano, ma si pesano.

I no vax, come gli antisemiti e in genere i complottisti esprimono senza ulteriori mediazioni ideologiche la loro convinzione in tutti i comportamenti sociali. Pensano, agiscono e votano da no vax e da antisemiti e qualunque altra posizione non riducibile a questa identità esclusiva è destinata a rimanere recessiva in tutte le loro scelte fondamentali. Il loro voto, quindi, è tutt’uno con la loro “sindrome”. Non accade così per elettori che hanno convinzioni radicate, ma razionali e non paranoiche. La gran parte degli italiani sono per l’eutanasia. Una percentuale variabile e sempre più vasta è per la legalizzazione delle droghe leggere. Molti elettori sono per l’abolizione del Concordato, per la privatizzazione della Rai, per la rottamazione di Alitalia... Ma pochissime di loro votano i partiti che rappresentano meglio e in modo più radicale queste istanze specifiche. Invece i no vax, gli antisemiti e i complottisti votano solo da no vax, da antisemiti e da complottisti. Una sola istanza assorbe interamente la loro identità politico-sociale. Quindi il loro è un voto immediatamente mobilitabile, proprio perché radicalmente polarizzato.

Ovviamente la grande parte degli elettori salvianiani e meloniani si vaccina, come la grandissima maggioranza degli italiani. Ma la loro fiducia nel vaccino non è una identità esclusiva, né un’istanza politicamente prioritaria. Salvini e Meloni non perderanno i voti di chi vaccinandosi continua a credere nella flat tax e nell’immigrazione zero. Ma potranno spartirsi e rubare al M5S quelli di chi non si vaccina.

Invece i nemici del vaccino si iscrivono a qualunque partito, anche composito, disponibile a riconoscere le loro ragioni, perché come tutti i paranoici i no vax hanno essenzialmente bisogno di riconoscimento e di legittimazione. Visto che la gran parte delle persone li tratta (giustamente) come dei matti, si accontentano che qualcuno riconosca diritto e ragione alla loro diffidenza. Proprio come gli antisemiti, che votano agevolmente qualunque partito, purché al suo interno sia riconoscibile un recinto di ospitalità e di accettazione e in nome della libertà di pensiero si tolleri l’evocazione dei Protocolli dei Savi di Sion.

Insomma se la scelta di coprire politicamente i no vax da parte di Salvini e Meloni è patriotticamente rovinosa, purtroppo dal punto di vista elettorale è fortemente razionale.