di maio mattarella grande

Di Maio, oggi: “Il Recovery equivale al Piano Marshall del dopoguerra. Allora i padri costituenti si misero insieme”. E perciò occorrerebbe la guida di un nuovo De Gasperi: non di uno che (sintesi di pensiero e azione) confonde l’8 Settembre col 25 Aprile: per di più contornato da simili nullità, incapaci anche solo di sospettare l’enormità di quello che dicono.

Quasi che i costituenti fossero stati dei rigattieri di un proprio personale e miserabile interesse, e non uomini e donne la più parte dei quali aveva sacrificato il fiore degli anni, al riscatto della Libertà e della Democrazia.

Libertà e Democrazia. Esattamente i nemici giurati di questi pericolosi ciarlatani, delle loro leggi, dei loro maître à penser.
Una turba che ha sputato sul Parlamento, coi loro squallidi maneggi, dopo averlo lungamente oltraggiato e deriso per anni, mutilandolo, infine. Che ha riportato a fasti littorii la parola violenta, la propaganda degradante, la prassi plebiscitaria. Che ha reso il cittadino incapace di ogni difesa in giudizio (per inciso: non sappiamo nulla dell’ultima indagine antimafia che stamattina ha condotto, fra altre misure, anche alla perquisizione del domicilio romano dell’On. Lorenzo Cesa, subito dimissionario da Segretario Nazionale dell’UDC, e che si era prima mosso e poi negato alla promozione dei “Responsabili”; ma, ancora una volta, in i tempi della “discovery giudiziaria” ci rammentano in quale pantano giacciono i rapporti e le reciproche autonomie fra i Poteri dello Stato: sempre meno libero e democratico, giustappunto).

Sta alle “Istituzioni di Garanzia” sollecitare e motivare personalità autorevoli, che scompaginerebbero anche “l’invenzione di Salvini”: perché il centro-destra, messo di fronte a un nome, dovrebbe eventualmente spiegare il suo rifiuto verso una prospettiva di tutela e rilancio di interessi sociali ed economici che, a parole, afferma di rappresentare.

E, nell’incalzare della crisi incipiente, è tutto da dimostrare che l’infame giochino dei “negher”, fra chi è abituato a muoversi fra conti economici e stati patrimoniali, non mostri tutta la sua vile inconsistenza: originaria, e pure derivata, stante il drastico calo dei flussi migratori.

Una tale prospettiva “scompaginante”, in un “quadro politico” intessuto di sorda e atterrita avversione per la fine della Fiesta, s’intende, è la “Linea del Bagnasciuga“, per il Partito di Conte.

Senza una svolta su nomi e figure realmente “da Piano Marshall”, “Salvini e Meloni” si risolvono e si consolidano unicamente come il migliore degli alibi: si cristallizzano nella obliqua rappresentazione del “Caro Nemico”: stai lì, a un metro da me, che si ti muovi, mi rovini. Possiamo solo sperare che il Presidente Mattarella si riscuota al suono turpe di queste bestemmie, e si volga alla verità, alla Costituzione e al futuro dei nostri figli innocenti.