murales bacio

Dopo mesi di sonnolenza, finalmente abbiamo cominciato a realizzare che tutti gli avvenimenti sui quali dal 4 marzo in poi sono stati prodotti appassionati retroscena, non avranno conseguenze, come in una mano di canasta, solo per i giocatori seduti al tavolo verde, per i quali si può quindi tifare, alzare il sopracciglio, dibattere fino allo sfinimento in surreali parterre di talk show alla frutta. No, le cose hanno delle conseguenze, le conseguenze possono essere serie e riguardano tutti.

La realtà (questa sconosciuta) produce conseguenze reali, e piano piano comincia a diradarsi la nebbia che le avvolgeva, portando via con sé l’illusione per cui alla fine, sebbene l’ipotesi di un governo di responsabili sia stata spazzata via (chi l’avrebbe mai detto?) dagli elettori il 4 marzo, a proteggerci in ultima istanza dalle follie della propaganda grillo-leghista sarebbero stata la mancanza di coperture finanziarie per i loro progetti espliciti. D’altronde, se quel che promettevano di fare è irrealizzabile, di cosa ci saremmo dovuti mai preoccupare? Si procede per rivelazioni seriali, di questi tempi, con sonore e ripetute cadute dal pero.

E la realtà è esattamente quella che è stata raffigurata, con straordinaria precisione, dalla copertina dell'edizione settimanale del Frankfurter Allgemeine che tanto profondamente ha ferito il nostro amor patrio da balera: uno scalcinato apecar tricolore - con i simboli di Lega e M5S sullo sportello - che si tuffa giù da un burrone mentre il guidatore fa il gesto dell’ombrello al mondo intero, nella convinzione di essere il più furbo di tutti. C’è poco da ridere: chiusi in trappola nel cassone di quel triciclo, ostaggi della coppia Salvini-Di Maio al volante, ci siamo (c'eravamo) tutti noi.

Ci siamo interrogati a lungo sulle ragioni del successo della Lega e del M5S, cercandole nella rabbia e nella frustrazione popolare come nel disagio di un paese stremato da una crisi economica lunga ormai un decennio, e da cui stiamo emergendo ancora troppo lentamente. Ci siamo fatti tutte le domande - anche troppe, forse - sulla capacità del Partito Democratico e delle forze ad esso alleate di interpretare i bisogni e le aspirazioni degli italiani. In tutto questo, abbiamo perso di vista le possibili conseguenze del loro successo, conseguenze che non sono figlie del caso o del destino, ma delle loro reali intenzioni, emerse con chiarezza cristallina nella turbolenta giornata di ieri.

Salvini e Di Maio (o sarebbe meglio dire “Salvini e Casaleggio”, per rispetto dell’intelligenza di tutti noi) volevano uscire dall’Euro. Ovvero, volevano usare la minaccia di uscire dall’Euro per ottenere quello che né l’Europa né i mercati avrebbero mai loro concesso, la libertà di ricominciare a spendere e di gonfiare il debito pubblico senza doversi preoccupare di come onorarlo. La Repubblica degli straccioni. I partiti che sono usciti vincitori dalle elezioni, e che hanno tentato di fare una maggioranza insieme, volevano chiuderci tutti nel cassone di quell’apecar e lanciarlo verso il dirupo, in un “gioco del pollo” con le istituzioni europee che abbiamo già visto compiersi in Grecia, con gli esiti che ben conosciamo. Ostaggi, questo saremmo stati. Ve l’avevano detto in campagna elettorale?

L'esito di questo gioco portato alle sue estreme (e inevitabili) conseguenze sarebbe stata l’uscita dall’euro, e quindi la perdita di valore - rapida e feroce - di tutto quello che possediamo. Pensate alla vostra casa, al vostro stipendio, alla vostra pensione, al vostro conto corrente, e immaginate che in un batter d’occhio tutto questo possa valere la metà. O anche meno. Immaginatevi in fila di fronte allo sportello di un bancomat bloccato, con la banca chiusa per settimane, e i vostri soldi chiusi dentro. Fantasie? È esattamente quello che è successo in Grecia pochissimo tempo fa. Ve l’avevano detto in campagna elettorale?

A questo serviva un Ministro dell’Economia come Savona. In questi mesi, tutte le promesse su cui hanno raccolto tanti consensi sono state smussate e “alleggerite”, dal reddito di cittadinanza rimandato a chissà quando alla flat tax diventata nel “contratto di governo” una cosa molto diversa e "soft". L’unica cosa su cui non si sono fermati, l’unica cosa su cui sono stati disposti a tirare la corda fino al punto di arrivare a romperla è stato l’euro. Ve avevano detto, in campagna elettorale?

No, non l’avevano detto, ma non potranno tacerlo la prossima volta. Non potranno più nascondersi dietro l’odio, la rabbia, la frustrazione e la paura. Gli sbarchi degli immigrati potranno fare paura, il sogno di un reddito senza lavoro potrà essere suggestivo, ma il valore della ricchezza degli italiani, è qualcosa di molto più serio. Oggi fanno più paura loro di qualsiasi fantasma loro possano evocare per spaventarci. Dovranno riconquistare la fiducia degli italiani promettendo loro, apertamente, di distruggere il valore delle loro cose, di annientare le loro vite. Tanto ai ricchi quanto ai poveri. Non sarà così facile come sembra oggi.

@giordanomasini