giuliotremonti

Tremonti, nel presentare in una lunga intervista a Libero la sua proposta "sovranista" di revisione costituzionale, sostiene che "sulle banche e sul risparmio la sovranità italiana viene cancellata da una normativa europea governata da misteriosi algoritmi sui requisiti di capitale". I "misteriosi algoritmi" sarebbero quelli che pretendono che vi sia un rapporto tra capitale e rischio, ovvero che una banca non possa prestare o investire ad minchiam senza che i prestiti o gli investimenti siano garantiti da capitali adeguati. Una normativa che tutela i risparmiatori dall'uso irresponsabile dei soldi depositati in una banca. Uso irresponsabile, peraltro, del quale il nostro paese ha lunga esperienza, e del quale scontiamo oggi come contribuenti, oltre che come risparmiatori, le gravi conseguenze.

L’atteggiamento di Tremonti non è originale. Ricorda la pretesa di molti - ultimamente purtroppo anche dell’ex premier Matteo Renzi - di catalogare alcune voci di spesa a debito in una contabilità distinta, immune dai parametri di sostenibilità stabiliti dai trattati europei: la spesa per le calamità naturali, la spesa per la cultura, o quella per la sicurezza, fino alla spesa - secondo qualcuno - per la sanità o per il welfare.

Come se i debiti, una volta computati a parte, smettano di essere debiti, e svanisca l’obbligo di ripagarli. Come se le banche, una volta autorizzate formalmente a investire soldi non garantiti da un capitale adeguato, possano diventare più solide e affidabili.

Sembra che sia questo processo di rimozione della realtà, e insieme ad essa dei vincoli europei che alla realtà sono ispirati, la cifra comune dei sovranismi del nostro tempo: padroni a casa nostra, di rompere e di non pagare. Un atteggiamento che prima ancora che irresponsabile appare infantile, e molto poco dignitoso.

@giordanomasini