Riace resta un modello da imitare, nonostante tutto
Diritto e libertà
Non si conoscono ancora a sufficienza i dettagli dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il Sindaco di Riace, Domenico Lucano, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per poter formulare giudizi di merito. Giudizi che comunque spettano ad altri.
Nonostante questo, credo che una cosa si possa comunque dire, a prescindere: un amministratore che apre all’accoglienza, che comprende l’importanza dell’immigrazione per la sopravvivenza stessa del tessuto sociale ed economico del proprio Comune, è un sindaco da ammirare, non da punire. Altri sindaci che volessero fare come lui andrebbero incoraggiati e non intimiditi.
Molti piccoli e piccolissimi comuni d’Italia avrebbero solo da guadagnare e nulla da perdere da una maggiore presenza di immigrati regolari: le scuole avrebbero più alunni, e non chiuderebbero, mentre oggi chiudono anche e soprattutto per gli italiani, e come le scuole molti altri servizi essenziali dei quali beneficiano soprattutto gli italiani; le attività economiche avrebbero nuova linfa - anche per gli italiani -, e i territori non scivolerebbero nella desertificazione umana e civile alla quale oggi sembrano condannati.
Sono questi i risultati, veri e tangibili, ottenuti a Riace da Domenico Lucano e dalla sua amministrazione, e che prescindono da qualsiasi valutazione in merito alle accuse che oggi gli muove la Procura di Locri. E se i meriti del suo modello di città non possono assolverlo automaticamente da quelle accuse, allo stesso modo l’inchiesta non dovrebbe essere usata come grimaldello contro le sue politiche, cosa che invece si è affrettato a fare il Ministro dell’Interno. Riace resta, nonostante tutto, un modello da imitare e incoraggiare.
Piuttosto, se oggi l’immigrazione è prevalentemente clandestina, se oggi anche l’immigrazione economica si incaglia nell’imbuto dell’unico corridoio socchiuso, quello della protezione internazionale per i perseguitati politici, lo si deve alla legge Bossi-Fini che impedisce di fatto ingressi regolari nel nostro paese, vincolandoli a procedimenti burocratici e amministrativi frustranti, volutamente scoraggianti e sostanzialmente impraticabili.
A prescindere dalle accuse per le quali sarà chiamato a rispondere Domenico Lucano, è la legge Bossi-Fini a dover finire sul banco degli imputati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.