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Le Iene sono un programma cripto-fascista, riprogrammato dal suo bollitissimo editore (il Cav.) al servizio dei suoi nuovi e dichiarati fini “anti-populisti”. Il manganello contro i manganellatori. L’olio di ricino contro chi ha democraticamente cercato di purgare la politica italiana.

Il male che Le Iene hanno fatto all’informazione è almeno pari a quello che il M5S ha fatto alla politica: forse superiore, ché l’informazione precede la politica e la fomenta nel ventre molle della pubblica opinione e del gusto popolare. Serve chi scriva della Casta e ne faccia l’ignobile e scandalistico bilancio per lanciare la folla alla ricorsa del politico, della sua indennità, del suo vitalizio, dell’ombra privata sulla pubblica virtù, della magagna vergognosa.

Le Iene, Grillo, Di Maio, Fico e compagnia cantante sono, nei fatti, un'unica umanità, divisa da esigenze, per così dire, “contrattuali”, ma segnata da un’identica e disgustosa cifra antropologica: dei professionisti dello scandalo e della doppia verità, interpreti del più desueto e purtroppo vincente fascismo italiano.

L’unica notizia (notizia è una parola grossa) interessante dell’intera vicenda che appassiona oggi il gossip politico italiano (la colf in nero, signora mia…) riguarderebbe la regolarità della posizione contributiva della colf della Iena che è andata a tampinare Fico sulla regolarità della posizione contributiva della colf della sua fidanzata. Troppo bella per essere vera, la notizia, ma se lo fosse: bellissima. Chiuderebbe il cerchio della storia e ne scriverebbe la vera morale.

Pensiamo comunque che ciò che la signora Yvonne De Rosa si è vista entrare mediaticamente in casa, in un momento – se abbiamo capito bene – particolarmente sfortunato della sua vita, appartiene purtroppo alla cultura dominante, quella che l’ha vista assurgere alle cronache politiche come compagna del Presidente autobussista e poi pedone (prima di convertirsi all’auto blu, anzi grigia) e che presta a ogni paparazzo televisivo una divisa da ispettore dell’Inps o da agente della Stasi per regalare un momento di ebrezza morale a un popolo che fa, per lo più, dell’illegalità una regola di vita (citofonare: Sud, terra grillina), ma adora l’ordalia come forma di espiazione dei propri peccati nei corpi degli altri, di sacrificio per conto terzi.

Non sappiamo neppure – “non sappiamo” significa proprio “non sappiamo”, neppure abbiamo cercato su Google, per non illuderci e poi deluderci – se Yvonne sia grillina, adepta del MoVimento. Temiamo più il moralismo nero, che il lavoro nero e non siamo tra quelli che godrebbero se Travaglio fosse incaprettato dal giornalismo alla Travaglio o Davigo dalla giustizia alla Davigo.

Se possiamo azzardare un consiglio, in ogni caso, la signora De Rosa, che ha (speriamo) il fidanzato Roberto che le vuol bene e la accompagna in questo momento difficile, dovrebbe tenerselo stretto, “licenziando” Fico, l’ortodosso militante 5 Stelle e sperando che finisca stoccato, con tutti i suoi simili, Iena compresa, nella discarica nauseabonda dell’antipolitica italiana, coi suoi padri ignobili e i suoi figli degeneri. Magari può ancora salvare Roberto – nu bellu guaglione - congedando il Presidente della Camera, insieme ai suoi committenti ideologici e ai suoi complici politici.

Tanto, dall’altra parte, ci sarà chi nella srl proprietaria del partito grillino starà trafficando perché sia lui a scaricare lei e ad addebitarle l’evasione contributiva. Ma noi sappiamo per chi tifare.

Post scriptum: Abbiamo scritto al plurale (non maiestatis) perché pensiamo di essere in più d’uno, almeno, a pensarla così. Forza Yvonne. Noi che stiamo con il Generale Mori (un eroe della patria) figurati se non possiamo stare con te, contro chi vuole impalare gli altri alle multe, agli illeciti contributivi, alle irregolarità contrattuali, agli scambi in nero dell’amicizia, ai mille casi e alle mille cazzate della vita.

@carmelopalma