logo editorialeL'avvio di una trattativa con il PD e la diversità di toni e di modi che caratterizza l'ala istituzionale del M5S rispetto a quella movimentista suggerisce che nel M5S, complice la batosta elettorale europea, si sia avviato un processo di istituzionalizzazione e magari di democratizzazione interna e di emancipazione dalla guida personale dei padri fondatori Grillo e Casaleggio?

In quel gigantesco gioco delle parti che è in corso tra PD e M5S – due giocatori interessati a neutralizzare ciascuno il gioco dell'altro, non a organizzarne uno comune – non è neppure escluso che il "dibattito" interno al M5S sia anch'essa una rappresentazione a uso esterno e la divisione del lavoro tra i poliziotti buoni e i poliziotti cattivi un modo per accrescere – volendo usare un gergo calcistico – il potenziale di gioco della squadra grillina. Che il giovane Di Maio sia oggi in grado di smentire Grillo può essere bello pensarlo, ma è difficile crederlo.

Quand'anche però la divisione tra trattativisti e movimentisti fosse reale e più profonda di quanto appare, nondimeno sarebbe assai difficile immaginare l'istituzionalizzazione di un soggetto politico fondato su di un'idea di alternativa radiciale alla democrazia rappresentativa e alla politica dei partiti. Per istituzionalizzarsi il M5S dovrebbe abbandonare le mitologie post-democratiche dell'assemblearismo digitale e compromettersi con un modello di organizzazione politica "professionale". Dovrebbe insomma cessare di essere quello che è, per diventare qualcos'altro.

Peraltro, è difficile che il successo che la vulgata antipolitica continua a riscuotere nell'opinione pubblica, malgrado la battuta d'arresto elettorale del M5S, possa rappresentare per i grillini un incentivo al cambiamento. Lo stesso Renzi, per salvare la baracca della politica "tradizionale", ha dovuto riallineare il discorso sulle riforme alle parole d'ordine antipolitiche e a concedere molto più del lecito e del ragionevole alla retorica anti-istituzionale. Basti pensare alla discussione surreale sul superamento del bicameralismo perfetto, trasformata in una gara di tagli – di posti, di indennità, di prerogative parlamentari... – ai "privilegi" della Casta.

Dunque, anche se i grillini impareranno a indossare impeccabilmente il doppiopetto parlamentare, non mancheranno di far sentire – quando servirà (a occhio e croce: prestissimo) – il richiamo della foresta antipolitica contro l'inciucio del Palazzo, quando l'antipolitico democratico Renzi sacrificherà l'intesa con i ragazzi del Movimento sull'altare dell'accordo con il "delinquente di Arcore".

@carmelopalma

grillo-porta-porta-