liberato

Il 9 maggio 2018 è stata una giornata particolarmente piena. Oltre alla tradizionale Festa dell'Europa e le note funeste ricorrenze, la promessa di matrimonio tra M5S e Lega, il concerto di Liberato e la Finale di Coppa Italia hanno offerto svariati spunti di riflessione sul famoso "paese reale".

Nel giorno dell’Europa è iniziata la gestazione del governo più populista della storia repubblicana, un esperimento annunciato e voluto da tempo che ha collanti più forti della mera congiuntura politica, come le posizioni anti-europee e anti-Fornero, la simpatia verso la Russia di Putin e una dose più o meno accentuata di xenofobia. 

E mentre i promessi sposi fanno sul serio e presto avranno le mani sul futuro del nostro Paese, migliaia di giovani hanno assistito sul lungomare di Napoli l’esibizione di Liberato, tra i più interessanti fenomeni musicali degli ultimi tempi. Autore del pezzo “9 maggio” (subliminalmente europeista?) ed efficace narratore della bellezza e delle contraddizioni della capitale del Sud, Liberato è un prodotto complesso: un artista senza volto e dall’identità anonima. Del resto si conosce tutto, a cominciare dalle immagini dei videoclip di Francesco Lettieri, che toccano temi profondi della contemporaneità, quali la marginalità sociale e il degrado urbano.

Il bilancio della critica non è unanime. Molti entusiasti. Alcuni l’hanno definito un’enorme operazione di marketing, ma viene da chiedersi quale artista di successo non lo sia. Altri ancora hanno espresso giudizi negativi. Quel che è certo è che il progetto di Liberato riscuote grandissimo successo tra i giovani e ha suscitato interesse anche all’estero.

Tutto questo che c’entra col Governo? Mah… Quasi sicuramente nulla, tuttavia da qualche ora ho una piccola suggestione, un piccolo ma insistente tarlo. E se Liberato fosse tra gli esempi più validi di rottura e innovazione della nostra realtà? Se offrisse una via di fuga o un modello alternativo in un momento in cui l’inganno di un finto cambiamento sociale e politico si sta palesando? Se avessimo qualcosa da apprendere da chi ha avuto il coraggio di proporre qualcosa di realmente nuovo?

Dopo vari giri di danza e piroette, il Movimento 5 Stelle governerà con quelli che fino all’altro ieri dicevano “prima il Nord”, offendevano i meridionali e desideravano intimamente la secessione. Sono evidenze difficili da smentire e, d’altro canto, non sacrificabili sull’altare del buon governo nelle regioni settentrionali. Molti giovani del Sud con la memoria un po’ più lunga capiranno finalmente con chi hanno a che fare. Ma il problema resterà, così come molti altri continueranno a pensare che “tanto non fa nulla” e “tanto non cambia niente”, mentre i nuovi Masaniello attaccheranno i conti pubblici, ci riempiranno della loro inadeguatezza e ci prometteranno qualche altra caramellina.

Liberato è il modello opposto: non racconta bugie, non promette nulla, ama e racconta la verità. Non conosci il suo volto, ma sai ti poterti fidare. Sai che i suoi video sono collegati e, quindi, coerenti nel tempo. Non sembra il tipo da promettere cose irrealizzabili o nocive, come il reddito di cittadinanza o l’abolizione della Fornero. Liberato è gratuito ma sostenibile: la sua esibizione l’ha pagata una nota multinazionale dell’abbigliamento sportivo. Liberato non odia gli immigrati o gli omosessuali, ma anzi li mette al centro delle sue narrazioni.

Liberato rappresenta il suo territorio, ma è il rappresentante di qualcosa di opposto. Il Mezzogiorno della fantasia, del coraggio e dell’innovazione, quello che non abbocca alle chiacchiere ma percorre la strada dei fatti. Quello che crede in se stesso e ci scommette, prendendosi le proprie responsabilità. Quel Mezzogiorno, purtroppo, diffuso solo in potenza.