Carrie Fisher Leia

Anche la principessa Leila se ne è andata in questo drammatico 2016. Carrie Fisher, l'attrice co-protagonista di Star Wars, è morta ieri per le conseguenze di un attacco cardiaco.

Ruolo che si è incollato addosso a Carrie Fisher per tutta la vita, la principessa Leila è entrata con forza nell'immaginario collettivo facendo per le donne perfino di più rispetto ad alcune espressioni dei movimenti femministi che proprio negli anni settanta (il primo episodio della trilogia è del 1977) si erano sviluppati nella teorizzazione politica (più che nella pratica) della parità di genere e dell'indipendenza delle donne.

Se Star Wars è principalmente (come affermato dal regista George Lucas) la storia di Anakin Skywalker nella sua transizione dal bene al male fino al pentimento sul letto di morte, la principessa Leila è il personaggio da cui prende avvio la narrazione della trilogia storica di Guerre Stellari.

Lontana anni luce dal modello della femme fatale rappresentato nel cinema di quegli anni, fuori dagli schemi conosciuti fin lì dalle grandi produzioni cinematografiche americane, Leila è la donna che "si salva da sola", co-protagonista del film e non più spalla gradevole dei protagonisti; una antieroina tanto risoluta quanto sensuale, per nulla timida ma nemmeno frivola; ineditamente ironica e di intelligenza acuta, perfino superiore a quella di Luke, il fratello gemello Jedi. "Non ero la classica gnocca che corre per la galassia con le tette che rimbalzano", ha detto plasticamente Carrie Fisher in alcune interviste per il lancio del "Risveglio della Forza", sequel della trilogia uscito nel 2015.

Membro del senato galattico, Leila è innanzitutto una perseguitata politica che ha abbracciato i valori della resistenza contro l'impero, diventando leader dei ribelli per le sue qualità ancora prima che per il titolo nobiliare della sua famiglia adottiva, ed è una donna dal passato tragico e dal futuro incerto: la madre muore mentre lei è ancora in fasce, suo padre è il suo nemico Darth Vader, ha un fratello gemello ma non lo sa, sente "La Forza" ma non potrà mai essere Jedi. Nonostante questo, nel personaggio di Leila non c'è mai alcun segnale di auto-compatimento, di tristezza o di debolezza che ci si sarebbe potuti aspettare da una donna in un film.

Un cambio di passo nella visione della donna nel mondo cinematografico mainstream degli anni '70 e '80: di lì a poco sarebbe stato un fiorire di protagoniste femminili in film che di femminile avevano ben poco (dalla Sigourney Weawer di Alien alla Sarah O' Connor di Terminator, solo per citare due blockbuster degli anni '80).

Nessuno forse saprà mai quanto la Fisher sia stata ostaggio del personaggio della principessa Leila, visto lo scarso successo della carriera dopo Star Wars, sebbene abbia potuto vantare ruoli in film di grandissimo successo (da Harry ti presento Sally a Blues Brothers). Ma le analogie tra la vita privata dell'attrice e il personaggio che ha interpretato nella saga di Lucas sono molte. Come Leila vantava natali reali, così la Fisher era figlia d'arte: i genitori erano il cantante Eddie Fisher e l'attrice Debbie Reynolds; come Leila ha vissuto già da piccola immersa nelle questioni politiche della Repubblica, così Carrie Fisher ha frequentato sin dalla tenerissima infanzia gli ambienti di Hollywood; così come Leila ha dovuto convivere con lo spettro del padre arci-nemico, così Carrie Fisher ha combattuto contro i propri fantasmi, compreso un periodo buio di tossicodipendenza; come nel travagliato rapporto tra Leila e Jan Solo, così Fisher ha affrontato relazioni sentimentali burrascose e fallimentari.

Sarà per questa straordinaria normalità che la principessa Leila di Carrie Fisher è divenuta non solo uno dei personaggi più amati di Star Wars ma anche un vero e proprio modello di donna contemporanea, contro gli stereotipi, i pregiudizi di genere e il Lato Oscuro della Forza.