Negli anni precedenti il 2012, nel Regno Unito, la copertura vaccinale contro il morbillo era calata di “appena” cinque punti percentuali, dal 92 all’87 percento. Una flessione sufficiente a scatenare nel paese la peggiore epidemia degli ultimi due decenni, con più di duemila casi accertati. Qualcosa di simile sta accadendo oggi in Italia.

vaccino

Un caso di morbillo su mille degenera in encefalite, una patologia molto grave, il cui tasso di mortalità è del 15% (e il 30% di chi riesce a superarla subisce danni neurologici permanenti). I dati dell’ultima grave epidemia di morbillo nel nostro paese, nel 2002 in Campania, hanno rispettato questi calcoli probabilistici: 40.000 contagiati, più di 600 ricoveri ospedalieri, 15 encefaliti e sei decessi. Nel meridione, dicono le statistiche, ci si vaccina molto meno che al nord.

Chi si vaccina non protegge solo sé stesso: i bambini ancora troppo piccoli per essere vaccinati, così come gli adulti che non hanno contratto la malattia durante la loro infanzia, sono particolarmente vulnerabili e vengono protetti, per così dire, dalla vaccinazione degli altri. Per questa ragione è sufficiente un calo apparentemente trascurabile della copertura per aprire le porte del contagio alle fasce di popolazione non protette.

L’allarme della Società Italiana di Igiene, che segnala un calo preoccupante delle vaccinazioni, addirittura con punte nel meridione del 25% per rosolia e morbillo, va preso decisamente sul serio. Soprattutto perché gli effetti drammatici di una drastica riduzione della copertura vaccinale non sono immediati, ma si fanno ineluttabilmente sentire a distanza di alcuni anni, come è accaduto in Inghilterra a fronte di un calo comunque più contenuto.

Calo che aveva, allora come oggi, origine nella convinzione diffusa che i vaccini facciano in qualche modo male e che siano più pericolosi delle malattie che hanno contribuito ad eradicare. La bufala della correlazione tra vaccini ed autismo era nata proprio in Inghilterra, alla fine degli anni ’90, quando un (ex) medico inglese era riuscito a pubblicare su una rivista scientifica uno studio falso con l’obbiettivo di guadagnare denaro attraverso le cause di risarcimento che i genitori di bambini autistici avrebbero intentato. Una vera e propria truffa le cui conseguenze, se i dati della Società Italiana di Igiene fossero confermati, sarebbero pagate dalle fasce più deboli e vulnerabili della popolazione ancora per molti anni.

Finora l'unica correlazione accertata e conclamata è quella tra l'ignoranza e la ricomparsa su larga scala di malattie che ritenevamo sconfitte.