conte grande

Dal giorno dopo le elezioni regionali, Conte si è impegnato ad adeguare l’immagine e il profilo dell’esecutivo ai nuovi rapporti di forza dentro la coalizione e dunque a dare formalmente riscontro alle richieste del PD.

Ne è venuta fuori un’agenda programmata di annunci, più o meno uno al giorno, che, tra la fine della scorsa settimana e l’inizio di questa, hanno presentato come imminenti le svolte richieste dai democratici sul Mes, sui decreti sicurezza, su quota 100 e perfino sul cavallo di battaglia grillino, il reddito di cittadinanza.

L’abilità di Conte e dei burattinai della comunicazione di Palazzo Chigi in questa prima metà della legislatura è stata indubbia e assistita da una certa (immeritata) fortuna. Conte è sopravvissuto all’agguato del suo primo padrone (Salvini) e alla disgrazia del suo eterno padrino (Di Maio) ed esce da due anni e mezzo di scelte sbagliate, di declino economico e di degrado civile dell’Italia forte di una credibilità personale superiore a quella di qualunque altro leader politico. Non ha pagato nulla della disinvoltura con cui è passato dall’anti-europeismo all’europeismo e dal populismo a un affettato e perfino grottesco istituzionalismo “super partes”.

L’emergenza Covid ha fatto il resto, anche in questo caso senza relazione apparente con i meriti e i torti dell’esecutivo, e con i risultati della lotta alla pandemia e la valanga di miliardi in arrivo dall’Ue sono diventati la prova provata dell'abilità negoziale di Conte, nonché la dimostrazione della fondatezza delle precedenti accuse italiane all’Europa matrigna, su cui tutta la compagnia di giro populista ha costruito le proprie fortune.

Tutto questo però è stato possibile non solo perché Casalino è bravo e la sorte ha dato una mano all’Avvocato del Popolo, ma perché il sistema dell’informazione – quella di diretto controllo politico, ma anche “l’altra” – si è autoaddomesticata al racconto ufficiale e se ne è fatta entusiastica portavoce. Il Governo Conte non è proprio malaccio, e dove fa guasti… non è colpa di Conte, che semmai ci mette una pezza e dimostra sempre di avere la testa sulle spalle.

Questo gregarismo informativo ha raggiunto vertici straordinari negli ultimi giorni dove nessuno è andato a vedere e a raccontare cosa c’è dietro le svolte annunciate dal premier: niente.

Sul MES, la minaccia o la promessa di un passaggio parlamentare - in ogni caso rinviato a dicembre - è una dimostrazione di ponzio-pilatismo  senza precedenti, visto che non è mai esistito un capo del Governo che si sia volontariamente spogliato del potere di decisione su un contenuto fondamentale di una legge di bilancio, che il Governo – non altri – dovrà presentare nelle prossime settimane (non a dicembre, quando è rinviata la decisione sul Mes).

Sui decreti sicurezza , la bozza fatta circolare mette un po’ di toppe al primo decreto di Salvini, ma si guarda bene dal tornare allo status quo ante in materia di protezione internazionale, e ripropone tale e quale il decreto bis, semplicemente scrivendolo in altro modo, ma con gli stessi effetti sulla possibilità di vietare e limitare “per ragioni di sicurezza” l’attività di quelle che con espressione di inarrivata volgarità Di Maio definì i “taxi del mare”, cioè le navi delle ONG che prestano attività di soccorso nel Mediterraneo.

Su quota 100 e sulle pensioni Conte ha raggiunto il vertice della finzione. Da una parte ha annunciato la “fine” della prima misura, che invece per il 2021 continuerà a fare danni, mentre il suo governo continua a lavorare dal 2022 a nuove misure di anticipo pensionistico (quota 41 e simili), che aggraveranno l’iniquità del nostro sistema previdenziale. Dall’altra parte ha annunciato una “stretta” ai danni dei beneficiari del reddito di cittadinanza che rifiutano offerte di lavoro, quando di fatto nessuno sta ricevendo offerte di lavoro dai cosiddetti navigator e nessuno le sta rifiutando.

Le svolte di Conte sono notizie senza realtà, movimento senza spostamento, pura ammuina mediatica. E crederci è diventato un ottimistico gioco di società pure per i politici sedicenti “responsabili”.

@carmelopalma