L'efficienza energetica degli edifici secondo la Corte dei conti europea
Istituzioni ed economia
La Corte dei conti europea è l'istituzione dell'Unione europea preposta all'esame dei conti di tutte le entrate e le uscite dell'Unione e dei suoi vari organi, accertandone la sana gestione finanziaria. Recentemente la Corte ha concluso un lavoro di valutazione degli investimenti cofinanziati dall’UE nel campo dell’efficienza energetica degli edifici. L’organo ha controllato la legittimità e la regolarità delle spese e se queste abbiano contribuito al perseguimento dell’obiettivo di risparmio energetico fissato dall’UE per il 2020, giungendo alla conclusione che i programmi operativi e la selezione dei progetti non sono stati guidati da una logica basata sul rapporto costi-benefici. Migliorare l’efficienza energetica significa utilizzare meno risorse energetiche per ottenere un risultato di livello equivalente.
Utilizzando l’energia in modo più efficiente i cittadini dell’UE possono risparmiare sulle bollette energetiche, contribuire a proteggere la propria salute e l’ambiente e migliorare la qualità dell’aria. I tipici investimenti cofinanziati dall’UE per il conseguimento dell’efficienza energetica comprendono un ulteriore isolamento degli edifici, l’installazione di finestre ad alta efficienza energetica, sistemi di controllo termico e l’ammodernamento dei sistemi di riscaldamento. L’edilizia, in particolare quella residenziale, occupa il primo posto nell’UE per consumo energetico, seguita dai settori dei trasporti e dell’industria. È inoltre il settore con il maggior potenziale di risparmio energetico disponibile in Europa. Nelle famiglie dell’Unione europea, riscaldamento e acqua calda rappresentano, da soli, il 79 % del consumo totale di energia finale. Il risparmio energetico ottenibile dalla ristrutturazione edilizia è di norma legato al miglioramento dei sistemi di isolamento, riscaldamento, raffreddamento e illuminazione.
Sebbene gli Stati membri abbiano richiesto quale obiettivo delle ristrutturazioni edilizie un risparmio minimo di energia e il miglioramento del livello di classificazione energetica, in alcuni casi tali risultati sono stati conseguiti a un costo troppo elevato. L’assenza di una valutazione comparativa dei benefici dei progetti e la mancata fissazione di soglie minime/massime riguardo al rapporto costi-benefici hanno fatto sì che non sia stata data priorità ai progetti che pur offrivano maggiori risparmi energetici o altri benefici a costi inferiori. La Corte raccomanda di innalzare il livello qualitativo della pianificazione, della selezione e del monitoraggio degli investimenti, al fine di migliorare l’efficacia della spesa. Per quanto riguarda specificamente gli investimenti a favore dell'efficienza energetica negli edifici, le autorità di gestione devono stabilire criteri e procedure di selezione parametrati sugli obiettivi di ciascuna misura, tenendo presente che tali investimenti edilizi sono legati alle specificità dei singoli progetti, non sono standardizzati e dipendono da numerosi fattori (stato dell'edificio, condizioni climatiche, costo della manodopera, costo dell'energia, costo dei materiali, destinazione d'uso ecc.).
Il sostegno inoltre dovrebbe essere concentrato sui progetti che ne hanno davvero bisogno e che non possono essere attuati alle condizioni di mercato. La Commissione ritiene anche che i miglioramenti semplici con elevati risparmi energetici per euro investito siano di norma finanziariamente sostenibili e dovrebbero quindi in linea generale essere finanziati dal mercato privato, senza sostegno pubblico.