calenda

Caro Carlo Calenda, provo per te molta stima e amicizia, maturata nel corso di anni in cui abbiamo condiviso un pezzo di strada, e penso che, in un momento di deserto intellettuale e politico, tu colga perfettamente il giusto punto di molte delle contraddizioni della contemporaneità, della globalizzazione e delle sue sfide. 

Continuo però a non riuscire a capire la tua proposta di una lista unica alle elezioni europee contro i populisti che metta insieme, sostanzialmente, quel che resta del PD e +Europa (oltre ad altre generiche frattaglie dal dubbio valore elettorale). Non ne capisco il senso politico e nemmeno il senso elettorale. È evidente (oltre che storicamente verificato) che con un sistema proporzionale, aggregare realtà diverse faccia perdere voti rispetto a proposte limpide e chiare.

Il PD di oggi, che sarà con ogni probabilità guidato da Nicola Zingaretti, legittimamente aspira a tornare ad essere "di sinistra", sulla scia di quanto sta accadendo nei paesi anglosassoni. Trovo difficile che chi condivide questo nuovo (?) approccio sarebbe soddisfatto di una proposta politica allargata a +Europa.

D’altro canto, gli europeisti di stampo liberaldemocratico o popolare sarebbero certamente allergici al voto di una lista del PD camuffata attraverso un cambio di nome o la candidatura di qualche personalità più o meno estranea alla storia del PD (come peraltro è già successo in passato con figure come Gruber o Santoro).

L'obiezione principale, che tu stesso spesso proponi, è che +Europa (al momento sondata al 3,3%) non raggiungerebbe lo sbarramento e quindi, presentandosi da sola, disperderebbe i propri voti favorendo il fronte populista. L’obiezione è sicuramente suggestiva, ma ho l’impressione che non colga completamente nel segno. Infatti, il rischio di non essere eletti per i candidati di +Europa è relativo, visto che sarebbe molto difficile per qualsiasi candidato non del PD riuscire a farsi eleggere con le preferenze nelle liste di un partito fortemente organizzato e con candidati uscenti che hanno fatto per anni campagna sul territorio.

Il fatto che +Europa, che ha appena celebrato il proprio congresso fondativo, voglia presentarsi alle elezioni, anche approfittando della esenzione per la raccolta delle firme, per affermare se stessa, consolidare il proprio progetto politico e tentare di eleggere i propri candidati, appare in tale contesto del tutto fisiologico.

È indubbiamente vero che, ove +Europa non raggiungesse lo sbarramento, questa sarebbe una vittoria dei populisti. Ma questo, a mio avviso, porta a conseguenze opposte rispetto a quelle da te proposte. Sarebbe forse opportuno che il fronte antipopulista si organizzasse in modo da da lasciare da un lato al PD nuovamente il ruolo che tanto anela di rappresentante delle istanze più limpidamente di sinistra e dall’altro di costituire "alla sua destra" un nuovo soggetto (che in +Europa avrebbe un caldo nido) che possa superare gli sbarramenti aggregando tutte le forze liberali, europeiste e popolari che non si riconoscono nel blocco salviniano.

Un progetto politico che possa vedere in prima fila proprio te, insieme a Bentivogli, Bonino, Della Vedova, e tanti altri tra cui, ad esempio, Giachetti, Illy, Chiamparino ma anche Carfagna e la parte del "fu centrodestra" che non vuole morire salviniana ma che non accetterebbe mai di confluire nel PD. 

Questa è la sfida che vorrei che tu lanciassi al PD e al Paese e che avrebbe anche il senso politico di prospettiva di riorganizzare l'opposizione al governo Salvini che, purtroppo, ci ritroveremo a breve.