11settembre

Il complottismo sull’11 settembre è a suo modo riflesso di una tendenza molto diffusa nel dibattito pubblico occidentale, e molto più mainstream e meno bislacca di quanto le stesse teorie del complotto appaiano. La tendenza di pensare che la storia del mondo, anche nel ventunesimo secolo, sia ancora decisa e manovrata in tutto ciò che ci riguarda dai paesi occidentali, ovvero dagli USA.

Non esistono veri nemici esterni ma solo trame interne (non più lontane ma semplicemente più in alto); non esistono blocchi di potere in conflitto ma un solo superblocco che deve decidere se astenersi saggiamente dall'intervenire o intervenire peggiorando le cose; non esistono ideologie, tribalismi e religioni ma solo interessi occidentali che cercano avidamente un’eterna soddisfazione.

E quando anche eventualmente riceviamo un danno da forze effettivamente esterne, si tratta solo delle conseguenze delle nostre azioni. È in realtà anche questa una forma di “provincialismo occidentale” che non riesce a concepire l'Occidente nel mondo se non come unico protagonista. In passato nella formula dominante americana dell’interventismo globale, che anche tanti danni ha fatto, oggi nel mantra speculare del non-interventismo,  assolutizzato dagli elettorati delle nuove destre e paradossalmente criticato (moderatamente) dal progressismo liberal.

In questo contesto si aggiungono il forte declassamento dei diritti umani e civili (lontano da casa come in patria) nella scala di valori degli elettori e, guarda un po’, gli interessi delle potenze e superpotenze emergenti. Russia e Cina hanno infatti solo da guadagnare dal diffondersi di questo “provincialismo occidentale” per agire più indisturbati nelle loro proprie forme di imperialismo. Spesso molto peggiori di quelle occidentali perché guidate da spinte ideologiche autoritarie/totalitarie, oltre che da interessi economici.

Abbiamo molto guadagnato e pagato poco dalla ubris occidentale dello scorso secolo; sarà un pessimo risveglio quando ci accorgeremo che nel mondo esistono anche gli altri e che marciano molto determinati.