E’ corretto dire che nel 2014 la pressione fiscale è destinata a diminuire, come stanno facendo il Presidente del Consiglio Enrico Letta e il suo ministro dell’Economia Saccomanni? Forse, ma questo non vuol dire che caleranno le tasse. Anzi, queste sono comunque destinate ad aumentare.

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Il malinteso (forse voluto) si fonda, lo spiega Mario Seminerio sul suo blog, sul significato reale di pressione fiscale e quello comunemente percepito, anche dai mass media: la pressione fiscale è infatti il rapporto tra gettito fiscale (il totale delle entrate fiscali di un paese) e Prodotto Interno Lordo (Pil). La pressione fiscale può quindi calare sia se si diminuiscono le tasse a Pil invariato, sia se il Pil cresce a gettito fiscale invariato. O anche, come in questo caso, se il Pil cresce più di quanto aumenta il gettito.

Scorrendo la nota di aggiornamento al DEF, elaborata lo scorso settembre, osserviamo (pagina 29 del documento), che nel 2014 le entrate totali finali sono previste crescere da 758.895 milioni a 774.833 milioni. Un aumento del 2,1%. Tra le entrate totali finali spicca l’aumento di poco meno del 5% delle imposte indirette e del 2,6% delle imposte dirette, che nel confronto tra 2013 (ultima previsione) e 2012 (consuntivo) erano invece in calo di circa l’1,5%. L’ipotesi di ripresa spinge evidentemente il gettito, non c’è nulla di arcano in ciò, almeno a livello di direzione del movimento, mentre il suo quantum è rimesso alle ipotesi alla base della modellizzazione/simulazione.

La pressione fiscale totale è definita come l’incidenza sul Pil di totale entrate tributarie e contributi sociali. Queste due voci nel 2014 sono previste in crescita aggregata del 2,6%. Per arrivare  a calcolare tale quoziente ci serve quindi la variazione del Pil nominale. Ebbene, il governo italiano ipotizza un Pil nominale in crescita nel 2014 del 2,9%, a fronte di un calo dello 0,6% circa nel 2013.

Ecco, questa è l’ipotesi alla base della riduzione della pressione fiscale complessiva: un Pil nominale che cresce più dell’aumento delle entrate tributarie e contributive

Il tutto, è bene ricordarlo, augurandosi che le previsioni di crescita del Pil nominale, invero assai ottimistiche, siano destinate ad avverarsi. Per ora non si avvertono segnali tangibili e convincenti di ripresa. In ogni caso nel 2014, secondo le stesse previsioni del governo, gli italiani pagheranno più tasse che nel 2013.