Lepenismo e islamismo, i 'gemelli diversi' da combattere
Istituzioni ed economia
Non c'è nessuna strategia unitaria o coordinata, non esistono gli 'islamisti per Le Pen', ma è altamente probabile che il clima di tensione e la retorica della 'guerra santa' favoriscano entrambi i gemelli diversi del nostro tempo: il radicalismo islamizzato e il sovranismo, che ha in Marine Le Pen il suo campione.
Il lepenismo si nutre della paura e della percezione di insicurezza determinate dal terrorismo, ma non è forse anche vero il contrario? E cioè che la vittoria di Marine Le Pen finirebbe per galvanizzare proprio quelle frange islamiste che aspettano che il prossimo Re di Francia organizzi una bella crociata, nella quale loro possono interpretare a meraviglia il ruolo dei difensori dell'Islam?
Più la politica europea si radicalizza contro gli immigrati, contro l'Europa aperta, contro il pluralismo religioso, più si apre lo "spazio di mercato politico" per l'islamismo militante di centinaia di migliaia di giovani europei di seconda e terza generazione. Spesso si tratta di figli di arabi secolarizzati, la cui radicalizzazione ha persino una componente di frattura generazionale (si vedano a tal proposito le riflessioni di Olivier Roy), non dissimile dallo scontro che negli Anni '70 vedeva i giovani militanti di estrema sinistra e di estrema sinistra accusare i propri genitori di collaborazionismo con il sistema borghese.
Chi era il "vero" nemico delle Brigate Rosse? L'industriale che estraeva troppo plusvalore dagli operai o Aldo Moro che tentava di portare il PCI nello spazio di governo? Ecco: mutatis mutandis, per l'islamismo militante lo scontro che La Pen (o i suoi imitatori in giro per l'Europa, Salvini incluso) promette di ingaggiare è linfa vitale, mentre i veri nemici sono quanti provano a spezzare il circolo vizioso della retorica "noi contro voi", spiegando all'opinione pubblica che non c'è nessuna guerra santa e nessuna invasione in corso, ma solo la necessità di contrastare con severità, fermezza e pragmatismo la nuova versione del terrorismo politico, con i suoi fattori interni e i suoi sostenitori esterni (anche finanziari).
La risposta più potente che l'Europa può dare è quella di rafforzare gli autentici "valori" europei, quelli che hanno permesso al nostro Continente di essere l'area più ricca, prospera e civile del pianeta. Valori di libertà e apertura, di laicità e di pluralità, di rispetto reciproco e di stato di diritto. L'Europa non porge l'altra guancia a chi semina terrore e morte, anzi reagisce con durezza poliziesca e se necessario militare, ma non per questo può consentirsi di abbandonare se stessa e il suo modus vivendi. Forza Emmanuel Macron, dunque, e forza Europa.