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Il ponte autostradale sulla vallata del Polcevera, detto “Ponte Morandi”, parzialmente crollato a Genova, è stato per molti anni considerato un simbolo dello sviluppo e del boom economico degli anni '60, emblema di modernità e progresso, di istituzioni efficaci, capaci di progettare il futuro e di realizzare opere in tempi brevi e prestabiliti.

Nell’immaginario collettivo, anche il ponte delle vacanze al mare, percorso per recarsi nelle località balneari della riviera ligure di Ponente, l’ultimo traguardo prima di tornare in città dopo viaggi di lavoro dall’aeroporto Cristoforo Colombo e percorso spesso in abbinata con la Sopraelevata verso il centro.

Nel 1964 la Domenica del Corriere, settimanale delle famiglie borghesi italiane dedica al ponte una delle sue celebri copertine. Dopo l’inaugurazione della strada Sopraelevata nel 1965, un’altra grande opera infrastrutturale viene inaugurata a Genova nel 1967 alla presenza del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat ed è considerata un simbolo dell’intervento statale per la città.

Per le infrastrutture la prima metà del decennio degli anni Sessanta si contraddistingue per una vera e propria euforia progettuale, i giornali cittadini sono pieni di immagini che documentano la costruzione di nuovi ponti e nuove autostrade, di particolare impatto emotivo è il ponte “strallato” per il collegamento dell’autostrada Genova-Savona con la Genova-Serravalle e, in prospettiva, la Genova-Sestri Levante. Nel 1965 viene completato il raddoppio della “camionale” Genova-Serravalle e si avviano i lavori per le nuove direttrici verso le riviere.

Il ponte è progettato dall'ingegnere Riccardo Morandi, docente universitario, e costruito tra il 1963 e il 1967, ha una lunghezza di 1.182 metri, un'altezza al piano stradale di 45 metri e 3 piloni in cemento armato (di cui uno crollato due giorni fa) che raggiungono i 90 metri di altezza; la luce massima è di 210 metri. È edificato con una struttura mista: cemento armato precompresso e cemento armato ordinario per le pile, tecnicamente è definito come “ponte strallato” con cavalletto bilanciato (un’idea molto innovativa che ebbe grande risonanza) e negli anni è stato oggetto di manutenzioni continue.

Per molti anni è stato ritenuto un capolavoro dell’ingegneria ed è uno dei tre ponti, con struttura simile, realizzati su disegno di Riccardo Morandi, uno sulla baia di Maracaibo in Venezuela (che gli procurò una fama internazionale) e uno sullo Wadi el Kuf in Libia. In Italia una tecnologia costruttiva simile fu adottata dal progettista per l’autostrada Roma-Fiumicino. Insieme a Pier Luigi Nervi (autore del grattacielo Pirelli a Milano e di varie opere per le olimpiadi di Roma 1960), Riccardo Morandi è stato considerato un maestro nell’uso innovativo del cemento armato e un simbolo dell’Italia del boom, un'Italia che progettava futuro e sviluppo con lungimiranza, una stagione che non si è più ripetuta.

Si tratta di un periodo che si contraddistingue per una grande capacità nella promozione, gestione e realizzazione di opere pubbliche assai complesse che trovano concretizzazione nel breve volgere di pochi anni. Oggi esistono problemi di risorse per la manutenzione delle infrastrutture obsolete, manca una volontà politica e istituzionale di ammodernamento e adeguamento delle reti esistenti e quei tempi appaiono terribilmente lontani.