obamacare

Una giovane coppia residente negli Stati Uniti d’America, la loro bambina appena nata e l’Obamacare.

Settembre 2016: stiamo per diventare genitori. Fra le mille cose che ci tengono impegnati, trovare un’assicurazione sanitaria per nostra figlia ha la priorità su tutto. Decidiamo quindi di cercare il piano più conveniente nel marketplace (il sito di riferimento su cui acquistare piani assicurativi sotto l’Obamacare). Dopo aver compilato un interminabile questionario e aver scoperto di non aver diritto a sussidi di alcun tipo (i sussidi vengono garantiti alla fascia della popolazione col reddito più basso in assoluto), abbiamo finalmente accesso alle opzioni d’acquisto.

Scegliamo un’opzione al prezzo mensile preventivato di 202 dollari, per una franchigia che sembra decente: se nostra figlia finisce in ospedale, potremmo dover pagare circa 4,000 dollari, mentre il resto sarà a carico dell’assicurazione. Altre compagnie assicurative offrono servizi simili per un premium mensile superiore; altre ancora impongono una franchigia di oltre 6,000 dollari.

Appena due giorni dopo la nostra estenuante ricerca sul sito del marketplace, arriva la sorpresa: leggiamo che la compagnia assicurativa che avevamo scelto non offrirà più piani assicurativi nella contea di Maricopa, Arizona, dove risiediamo. A causa dei vincoli imposti dall’Obamacare, infatti, le compagnie assicurative si trovano in una situazione poco conveniente per loro, e così, una dopo l’altra, si chiamano fuori. Alcune dichiarano addirittura bancarotta, lasciando a piedi i propri clienti a fronte di premium già pagati; altre presentano richieste di lasciare il marketplace. L’esito è la totale assenza di concorrenza, l'aumento dei premium mensili e la diminuzione della copertura sanitaria.

Le compagnie assicurative sembrano essere le sole parti lese da questa situazione. Sbagliato. Non solo i cittadini hanno scelte sempre più limitate, ma quel che è peggio è che non c'è nemmeno l'opzione di restare scoperti. Chi decide di non acquistare un piano assicurativo sotto l’Obamacare, infatti, viene multato. Una famiglia che resta scoperta deve pagare al governo federale una multa che ammonta a qualche migliaio di dollari all’anno. Molti americani che godono di buona salute possono permettersi di risparmiare, pagando la multa piuttosto che il prezzo dell’essere assicurati.

Prima dell’Obamacare, tre americani su quattro non erano assicurati. A pagarne il prezzo erano gli stati, a cui spettava di sostenere le spese mediche di chiunque avesse utilizzato servizi ospedalieri senza copertura sanitaria. L’Obamacare, per risanare le casse degli stati ha legato i cittadini alle assicurazioni, ledendo sia gli uni che gli altri.

Durante la recente campagna elettorale, Donald Trump ha più volte promesso di cestinare l’Obamacare non appena entrerà alla Casa Bianca. È di questi giorni la notizia secondo cui, dopo il suo incontro con Obama, Trump avrebbe cambiato idea, decidendo di conservare due dei vari punti dell’Obamacare: i giovani sotto i 26 anni possono essere coperti rientrando nel piano assicurativo dei loro genitori e le compagnie assicurative non possono negare copertura a chi è malato al momento dell’acquisto di un pacchetto assicurativo. Una scelta che pare ragionevole.

L’Obamacare è stato un’intrusione dello stato nel mercato, con effetti dannosi sia per le compagnie assicurative, sia per gli stessi cittadini che si proponeva di agevolare. Quali saranno le prossime opzioni? Speriamo siano dirette a tutelare tanto il mercato quanto i consumatori.

(Francesco e Federica Onorato)