Quote latte: davvero gli allevatori italiani sono sottopagati (come dice Coldiretti)?
Innovazione e mercato
Domani termina (finalmente) il regime delle quote latte, ovvero il regime di contingentazione della produzione che attribuisce a ogni paese (e a ogni allevatore) un quantitativo massimo di latte da produrre oltrepassato il quale si è chiamati a pagare un tributo speciale (le cosiddette "multe"). Gli allevatori di Coldiretti salutano la notizia con una manifestazione di protesta a Roma sostenendo che "l'andamento del mercato è drogato da comportamenti scorretti che sottopagano il latte e il lavoro degli allevatori". Ma è proprio così? Gli allevatori italiani sono sottopagati rispetto a quello degli altri paesi? Il CLAL monitora in tempo reale il prezzo del latte nelle tre principali regioni di produzione europee: Baviera, Rhône-Alpes e Lombardia. Questo è il grafico storico dal 1999 a oggi.
Risulta evidente come il prezzo pagato agli allevatori italiani sia sensibilmente e stabilmente più alto di quello che riescono a spuntare i loro colleghi europei. In quindici anni il prezzo del latte alla stalla in Lombardia non è quasi mai sceso al di sotto di quello francese e tedesco. Le ragioni per cui gli allevatori italiani sono in difficoltà vanno quindi ricercate altrove, probabilmente nell'eccessivo "nanismo" delle aziende agricole italiane. In ogni caso quel che afferma Coldiretti sul prezzo del latte pagato agli allevatori italiani è palesemente falso.