Gira da giorni sui social un post virale, pubblicato principalmente dalla generazione dei cosiddetti alf boomers che, condividendo quel post ci dicono quanto fosse bella la loro generazione che cantava Bowie e Jimmy Somerville (dimenti-cando Renato Zero che funge sempre alla narrazione di chi vuol sostenere quanto fosse tranquillo essere omosessuali senza dichiarare di essere omosessuali).

Quel post dice agli altri, alle generazioni successive “avete inventato voi l’omofobia”, continuando con una serie infinita di banalità.
Ecco, a questi che citano Bowie, Somerville e tutti gli artisti omosessuali per sostenere quanto fosse “normale” essere gay durante la loro generazione (vorrei chiedere al muratore, all’idraulico o all’infermiere gay quanto fosse figo vivere la propria omosessualità negli anni 70 e 80), dovremmo ricordare che sì, per la loro generazione Elton John era un artista omosessuale, Versace uno stilista gay, ma il parrucchiere del paese era frocio e il maestro omosessuale doveva essere allontanato dagli alunni.

La stessa generazione che ha avvolto un’intera categoria di persone in un alone viola, indicate come pervertite bombe epidemiologiche; la stessa generazione che ha poi concepito e cresciuto i genitori di quei mostri che oggi discriminano i compagni di scuola omosessuali (ecco chi ha inventato l’omofobia), danno la caccia al ciccione o allontanano dal gruppo i bambini autistici.

Come erano belli i tempi in cui l'omosessualità era una condizione magari visibile, ma inconfessata, praticata, ma non rivendicata, e in cui tutti potevano farsi i loro "porci comodi" a patto di non pretendere rispetto e riconoscimento sociale di diritti e di identità! Come erano belli quei tempi in cui tutti potevano fare le porcherie che volevano, ma non davanti ai bambini e la tolleranza per i "froci" era come quella delle "mignotte", cioè segregazionistica, da casa di tolleranza, da mondo separato... "ma perchè, non vi basta?"

Ecco, forse quella generazione cantava Bowie ma non ha mai capito un cazzo di Bowie.