Aiutarli a casa loro, cioè affogarli a casa nostra
Diritto e libertà
La propaganda sicuritaria sui respingimenti, sui porti chiusi, sulla difesa dei confini, è sempre accompagnata dall’argomento ipocritamente compensativo secondo cui bisogna “aiutarli a casa loro”. Ma è solo chiacchiera, appunto ipocrita. L’”aiuto”, infatti, è costituito perlopiù da qualche visita agli autocrati africani per passargli sotto banco un po’ di fondi buoni a tenere attivi i campi di concentramento e a foraggiare le milizie che li riempiono di disgraziati.
Il che può andar bene (si fa per dire) per il comizio in cui si sventola il dato degli sbarchi che diminuiscono (ed è una pratica diffusa a destra e a manca), ma appunto non è un aiuto e tanto meno è “aiutiamoli a casa loro”, salvo credere che aiutarli significhi fornire filo spinato anziché costruire strade e acquedotti.
Ma quella retorica è poi inascoltabile perché chi la usa non ha nessuna intenzione di presentarsi al proprio elettorato dicendo che vuole investire in aiuti laggiù. E infatti non lo dice: e non lo dice perché preferisce gridare che bisogna fermare l’invasione e che prima vengono gli italiani, due slogan elettoralmente incompatibili con la destinazione di fondi per evitare che questi giovanottoni neri, già pieni di magliette alla moda e telefonini ultimo modello, continuino a imbarcarsi verso la pacchia europea.
La realtà è che non c’è un centesimo speso per “aiutarli a casa loro”, come dicono i difensori della patria invasa, e non c’è perché quello slogan è solo un’altra bugia di cui nessuno gli chiede conto. Sarebbe più onesto completare il programma, e dire che noi dobbiamo respingerli e loro che si arrangino, tanto nemmeno questa verità sarebbe pagata nelle urne, anzi.
C’è infatti un’ampia fetta del Paese molto ben disposta a premiare chi difende i suoi interessi in quel modo, e cioè ributtando in mare quella gente affinché resti a morire laggiù senza dar fastidio qui da noi. Ed è questo che rende tanto più odiose le politiche (chiamiamole così) di gestione “razionale” dell’immigrazione: il fatto che non la dicono tutta, e che “l’aiuto a casa loro”, che non c’è mai stato e continua a non esserci, è in realtà il modo per giustificare che affoghino davanti a casa nostra. Non è: ti salvo, e intanto mando risorse a casa tua affinché altri come te non rischino di affogare. E’ invece: non ti salvo perché è meglio aiutarti a casa tua, e intanto affoghi.