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Avete presente quei movimenti americani “No Mask”? Ho visto l’intervista di una giovane donna che, proclamando la libertà di non adempiere alle istruzioni di un governo tiranno, dichiarava di voler scegliere in prima persona se indossare o meno quel presidio igienico. Lo paragonava alle mutande che non indossa perché il corpo, anche nelle parti intime, deve respirare. Nel frattempo in America divampano focolai incontrollati e si torna a pensare a un lockdown, mentre il presidente più pazzo del mondo esce dalla quarantena a fare comizi.

Confesso che, al di là delle battute, del sarcasmo e della compassione per le intemerate libertarie della signorina che paragona la mascherina alle mutande, io mi son sentita un po' in colpa. E provo a spiegare perché.
Da quando frequento i liberali, sono diventata più sensibile e attenta a molti temi che prima non mi suscitavano grandi emozioni politiche: un tempo, alcune questioni di diritto e di giustizia non mi colpivano perché non ne coglievo il significato autentico e soprattutto non avvertivo la pericolosità di quella “peste antiliberale” che con il tempo ho imparato a riconoscere in varie fasi della storia italiana.

Oggi non parlerei più, ideologicamente, di "bene comune" per esempio, nella sua accezione storicamente cattocomunista e recentemente “benecomunista”. Non ho più atteggiamenti giustizialisti, neppure rispetto a fatti orribili, perché li sento estranei e pericolosi per la libertà come per la giustizia.
Tuttavia, ritornando al mio "senso di colpa" sono abbastanza convinta che il modo di pensare di quella donna che non mette né le mascherine, né le mutande sia l’espressione di un pensiero liberale portato all’eccesso, apparentemente “impazzito”, ma coerente nel suo estremismo ideologico.

E non è un caso che questo atteggiamento sia così diffuso in quel paese che per i liberali resta comunque la "Mecca" insuperata delle libertà costituzionali incarnate in una società che, più o meno, funziona e dove, soprattutto, funzionano quelle garanzie che proteggono il cittadino, anzi, l'individuo, dalla "tirannia della maggioranza": il vero terrore dei liberali, la causa estrema della lotta politica.
Anche io effettivamente ho criticato e critico l’obbligatorietà indiscriminata della mascherina...ma cosa c'è di diverso nel mio atteggiamento rispetto a quello dell'attivista americana?
La mia critica non è frutto di una cultura politica liberale portata all'estremo, bensì esattamente del contrario. Del pensiero liberale, più di tutto, apprezzo il senso di responsabilità individuale che viene richiamato come garanzia di libertà, ma anche come imperativo morale. Nella maggioranza è facile nascondere le proprie mancanze e i propri difetti ed è facile fare ricadere le colpe sugli altri. Così non si arriva mai ad una assunzione di responsabilità individuale neppure nelle scelte di governo. I ministri non prendono decisioni di cui rispondono, ma accusano i cittadini dei risultati scadenti delle loro scelte. Le colpe, anche quelle politiche, sono sempre “degli altri”.

Torniamo alle mascherine. Io non metto in dubbio la loro utilità, ma ne critico una regolamentazione indiscriminata con finalità eminentemente simboliche, che sottovaluta, per pigrizia e incapacità, di attuare scelte ben più significative, il buon senso dei cittadini.
La mia obiezione sulla opportunità di utilizzarle anche da soli all’aperto – come continuano a imporre alcune regioni – non è affatto “parente” del "la bocca è mia e la gestisco io" della libertaria americana.

Lei vuole difendere la sua libertà dallo Stato. Io voglio mettere a disposizione la mia libertà cooperando con lo Stato per scelte razionali.

Io non proclamo l’intangibilità del mio corpo. Io denuncio l’irresponsabilità di istituzioni incapaci, indolenti, irresponsabili, che non sono capaci di tracciare i contagi, ma per cui imporre la mascherina a tutti e dovunque è la scelta più facile e più comoda. Lo Stato, anzi i rappresentanti delle istituzioni, assolvono così la propria coscienza con un obbligo incondizionato e fingono di aver adempiuto alla propria funzione.
Insomma i Libertari No Mask e i politici Super Mask mi sembrano due forme diverse e speculari di irresponsabilità.