Con decreto del Presidente della Repubblica del 28 maggio 2020, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 21 luglio, l’Italia ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Stella d’Italia al Primo ministro della Federazione Russa: Michail Vladimirovič Mišustin; e al Ministro del Commercio e dell’Industria: Denis Manturov. La notizia in Italia ha trovato poco spazio, ma in Russia è stata strumentalizzata a fini propagandistici.

Lo scambio di onorificenze è normale consuetudine diplomatica, ma rimane l’imbarazzo d’aver premiato esponenti di un regime autocratico che tra l’altro è accusato d’aver avvelenato un oppositore politico, Alexei Navalny, e che sostiene il regime dittatoriale di Lukašėnka in Bielorussia. Per questi motivi Più Europa e Radicali hanno recentemente chiesto di revocare l’onorificenza concessa. Cerchiamo di fare un po' di chiarezza sulla vicenda.

L'Ordine della Stella d'Italia è un'onorificenza italiana, istituita con la legge 13/2011. Viene concessa dal Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro degli Esteri, per “ricompensare quanti abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l'Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l'Italia”. L’onorificenza si qualifica come seconda onorificenza civile dello Stato. L’Ordine della Stella d'Italia si distingue in 6 gradi. Tra questi, il Cavaliere di gran croce, l’onorificenza concessa ai due esponenti russi, è la più alta in rango e dalla sua creazione nel 2012 è stata assegnata solo 10 volte.

Chi sono Mišustin e Manturov? Michail Vladimirovič Mišustin è un politico ed economista nato nel 1966. Dal 16 gennaio 2020 ricopre la carica di Primo ministro della Federazione Russa. Dal 2010 al 2020 è stato direttore del Servizio fiscale federale. La nomina di Mišustin è stata fortemente criticata da parte dell’opposizione russa, che ha mosso anche accuse di corruzione. Secondo Alexei Navalny, il dissidente russo avvelenato, il patrimonio di Mišustin non sarebbe giustificabile con il lavoro svolto negli ultimi 20 anni. E secondo il sito Proekt, il suo nome sarebbe scomparso da registri di proprietà immobiliari dopo la nomina a Primo Ministro.

Denis Manturov è un politico russo nato nel 1969. Dal 2012 ricopre la carica di ministro dell’Industria e del Commercio di cui è precedentemente stato vice ministro. Laureato in sociologia, ha anche un dottorato in economia.

Non è ancora chiaro per quale ragione il Ministro Di Maio abbia proposto i due esponenti del governo russo per l’onorificenza. Secondo Linkiesta “La proposta di onorificenza a Mišustin, per esempio, è nata quando questi era capo dell’agenzia delle dogane. Quella di Manturov, invece, quando era presidente del Consiglio di cooperazione Italo-russo”. L’onorificenza potrebbe dunque essere giustificata con un lungo passato di collaborazione tra i due esponenti del governo russo e il nostro paese.

Le onorificenze non comportano nessun privilegio né vantaggio se non quello morale di attestare pubblicamente un prestigio personale. Pertanto esse possono essere revocate per indegnità. E secondo l'art. 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178: “La revoca è pronunciata con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta motivata del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio dell'Ordine”. Sebbene la revoca sia una procedura rara, esistono illustri casi come quello del Presidente della Siria, Bashar al-Assad, a cui nel 2012 fu revocato per indegnità il titolo di Cavaliere di Gran Croce con Gran Cordone.

Mentre il mondo intero condannava le limitazioni alle libertà e le espansioni “zariste” russe, il Movimento 5 Stelle è sempre stato accondiscendente con il regime putiniano. Per esempio, il Movimento si schierò al fianco della Russia per l’annessione della Crimea, votando anche contro le sanzioni UE, e arrivò addirittura a difendere Assad (protetto di Putin) in Siria.

È realisticamente difficile immaginare che Di Maio decida ora di proporre la revoca delle onorificenze concesse ai due esponenti del governo russo. In teoria ci si dovrebbe aspettare che Di Maio utilizzi il rapporto privilegiato del Movimento 5 Stelle con la Russia non per proporre onorificenze, ma per pretendere chiarezza sull’avvelenamento di Alexei Navalny e un punto di mediazione per la crisi in Bielorussia. Ma forse si pretende troppo.

Con ogni probabilità queste onorificenze non dovevano avere rilevanza pubblica: infatti ad averla resa nota sono stati i militanti di Radicali italiani e +Europa – Giulio Manfredi e Igor Boni – che ne hanno scovato traccia sulla Gazzetta Ufficiale. Questo non toglie la piena e grave rilevanza politica di questa scelta poiché i “cavalieri russi” sono un segno della fedeltà e di obbedienza del titolare della Farnesina all’inquilino del Cremlino.