Rassegna stampa ragionata, libera ed eclettica curata da Marion Sarah Tuggey.

Stephanie Kurlow

- La sfida interna ai repubblicani per la nomination alla corsa per la Casa Bianca si gioca molto sul tema degli immigrati. Nonostante il tycoon pronto a lanciare un’atomica in caso di bisogno (altrimenti, perché tenere testate nucleari senza poterle usare?) affermi di essere pronto a costruire un muro per fermare l’immigrazione dal Messico, e nonostante i suoi compagni di partito non siano particolarmente più teneri, sono tutti fermi. Più o meno agli anni ’80, ci ricorda David Brooks: costruire un muro alla frontiera con il Messico fermerebbe più persone che tentano di andarsene rispetto a quelle che cercano di entrare, fra le altre cose. 

- Trump ha cercato di difendersi dall’accusa di non essere un buon cristiano, e ha rilasciato una dichiarazione. Fatta talmente male che sul New Yorker hanno fatto copyediting del testo. 

- Eppure, nonostante tutto, Trump ha praticamente già vinto una sfida: quella mediatica. Anche se la possibilità che sia lui a sedere allo Studio Ovale è preoccupante per molte persone, tranquilli, ci pensa il Canada: Cape Breton è un’isola pronta ad accogliere tutti gli eventuali richiedenti ‘asilo trumpistico’. Preparate i passaporti e siate pronti a parlare francese ogni tanto.

- Ah, a proposito di muri: il Khatt Shebib, in Giordania, è stato costruito migliaia di anni fa; lungo 106 km, alto circa un metro, con tanto di torri a distanza regolare, è un vero mistero per gli archeologi. Non si sa chi l’abbia costruito né perché, visto che corre i mezzo al nulla. Magari Trump ha origini Umayyad...

- Stephanie Kurlow ha 14 anni ed ha appena ricevuto una sovvenzione da parte dell’azienda di moda svedese fondata da Björn Borg - che si chiama, guardate un po’ che caso, Björn Borg. Per cosa? Per pagarsi gli studi di danza e diventare la prima ballerina professionista al mondo a indossare il hijab

- Cade oggi l’anniversario della morte di Malcom X, che ha ispirato tante vite - una delle più famose, quella di Cassius Clay - o Muhammad Ali. Il libro ‘Blood Brothers’ descrive la complessa e profonda relazione fra i due uomini, due icone. “One forgets that though a clown never imitates a wise man, the wise man can imitate the clown.” 

- Una visita al Museo di Storia Naturale di New York vi porterà anche in un mondo ormai superato ma fantastico: quello dei diorama. Inventati da Daguerre (sì, proprio lui, quello del dagherrotipo), sono stati una delle principali attrazioni del Museo fin dalla loro introduzione da parte di Frank M. Chapman, che istituì anche l’usanza di spedire coloro che si occupavano di creare i diorama - tassidermisti, artisti, naturalisti - nei luoghi dei quali dovevano ricreare le scene al museo per dare rigore scientifico alle opere che avrebbero realizzato. Uno dei diorama più famosi? La balena blu che vi osserva fluttuante dal soffitto in una delle sale principali del Museo - le hanno dato un ritocchino nel 2003, ma ormai, chi non si fa un po’ di botox? 

- Ci sarà un diorama dei vigneti? Intanto, un articolo del 1934 di Fortune si chiedeva se il vino potesse diventare componente abitudinario delle vite degli americani. A naso (e palato) direi di sì. 

- Se proprio non avete voglia di camminare al Museo di Storia Naturale, fatevi una camminata. Che ne dite di Marte? Le mappe dicono sia un posto perfetto… 

Le scorse rassegne si trovano nel sommario di Terza Pagina.