Berlusconi, un free rider della politica renziana
Istituzioni ed economia
Una volta Berlusconi espelleva quelli di cui non accettava di tollerare i torti, ora sembra prepararsi a buttar fuori pure i nemici di cui si rassegna a sposare le ragioni. Quindi, spostando Forza Italia all'opposizione del patto del Nazareno, lancia l'attacco (finale?) anche all'esponente della minoranza interna – Fitto – più tenacemente ostile all'appeasement con Renzi.
In modo non troppo diverso, il premier ha azzerato l'opposizione interna pregiudizialmente anti-berlusconiana spostandosi sulle sue posizioni, prima rinnegando ogni intesa con Berlusconi sul Quirinale e intronando un candidato pescato dall'album degli antiberlusconiani perfetti, poi schierando le truppe del PD a difesa dell'Italicum e della riforma costituzionale e a argine della "irresponsabilità" del Cav..
Berlusconi e Renzi continuano a giocare a cavallo della stessa barricata, saltando da una parte all'altra in un continuo scambio di ruoli, ma tenendo teso il filo di un discorso che li lega e aperta la porta di una collaborazione non puramente "istituzionale".
Lo scontro tra Renzi e Berlusconi è quello che, in teoria, potrebbe portare l'Italia al voto anticipato, ma anche quello che, in pratica, suggellerebbe il patto tra gli amici-nemici del Nazareno come asse del governo del Paese e come sola coalizione necessaria e sufficiente a formare un esecutivo, in un Parlamento che nella prossima legislatura il Consultellum riporterebbe a un disordine primo-repubblicano.
Il patto con Salvini serve oggi a Berlusconi per non uscire del tutto perdente dalla prossime regionali e non cedere ulteriori posizioni alla selvaticheria anti-europea che tanto affascina il centro-destra italiano. Ma non serve per ricostruire un bipolarismo paritario, fatto da partiti e coalizioni in grado di contendersi davvero il governo del Paese. Porta invece a "costituzionalizzare" la centralità renziana in qualunque maggioranza possibile, mentre il boicottaggio delle riforme serve solo a scongiurare l'autosufficienza del PD.
Renzi gioca la sua partita, Berlusconi può solo giocare un pezzo della partita di Renzi, ritagliandosi al suo interno uno spazio di sopravvivenza pubblica e privata. Non un player, né un antagonista, ma un free rider della politica renziana. È questa dialettica imperfetta, non tutte le chiacchiere sugli accordi inconfessati e sulle clausole segrete del Nazareno, a rendere insidioso il terreno delle riforme e instabile l'equilibrio istituzionale dell'Italia che verrà.