(Public Policy) L'eccesso di norme e di adempimenti burocratici nel nostro Paese ha consentito l'insorgere di fenomeni corruttivi "favoriti da chi avendo parte nel procedimento è in grado di accelerare, rallentare o evitarne passaggi procedurali". Lo ha detto in audizione nella commissione parlamentare per la Semplificazione il presidente della Corte dei conti, Raffaele Squitieri.

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"Un tale livello di complessità - ha aggiunto - si traduce nell'esercizio inefficiente e diseconomico delle funzioni e dei compiti pubblici. La complessità burocratica e normativa si traduce anche in sostanziali impedimenti ad intraprendere iniziative economiche se non a costi, in termini di tempo, procedure e adempimenti amministrativi, incomparabilmente maggiori rispetto a quelli di altri Paesi".

"Il fiorire di regole sempre più minuziose, oltre a procedimenti via via più articolati e complessi - precisa - ha portato nel tempo a una ingessatura dell'azione pubblica. La puntuale osservanza di tali procedure da parte dei funzionari pubblici, specialmente attenti a prevenire eventuali loro responsabilità, ha determinato un grave rallentamento dell'azione amministrativa e la tendenza dell'operatore pubblico a far prevalere la regolarità formale dell'atto sull'utilità, l'economicità, la tempestività e l'efficacia dello stesso".

Per la Corte dei conti la corruzione favorita da questa complicazione è "minore", praticata a basso livello ma "ha avuto e continua ad avere effetti devastanti in termine di immagine della pubblica amministrazione e di fiducia del cittadino".