L’ingresso dell’Ucraina nell’Ue, il bullismo di Orban e il futuro del percorso negoziale
Istituzioni ed economia
Il Consiglio europeo ha adottato la storica decisione di avviare i negoziati per l'adesione dell'Ucraina e della Moldavia all'Ue. Decisione storica sia per il popolo ucraino che moldavo. In meno due anni l’Ucraina ha completato la prima tappa di un percorso doloroso e importante, convincendo gli stati membri di avere fatto le riforme necessarie ad aprire le trattative finalizzate all’adesione.
Ora la Commissione europea preparerà i dettagli tecnici preliminari, noti come quadro negoziale. Se verrà riconosciuto che l'Ucraina ha soddisfatto tutti i criteri precedentemente stabiliti dalla Commissione europea, questo quadro potrebbe essere approvato al vertice dell'Ue nel marzo 2024.
Sulla decisione è stato mantenuto il riserbo, nonostante l’orientamento favorevole della Commissione, proprio per non rinfocolare l’opposizione di Orban che si era già dichiarato contrario all’avvio dei negoziati, abbandonando all’ultimo momento l’aula della votazione senza esercitare il diritto di veto e consentendo che l’avvio della procedura di adesione per Ucraina e Moldavia fosse deliberato.
Orban peraltro aveva fatto chiaramente intendere ai colleghi dell'Ue di essere disposto a scambiare l'apertura dei negoziati di adesione dell'Ucraina con i 30 miliardi di contributi europei, che la Commissione europea aveva congelato a causa di questioni legate alla corruzione e al rispetto dello stato di diritto in Ungheria.
Il Presidente ungherese ha poi bloccato un’altra decisione, riguardante l'assistenza di 50 miliardi di euro per Ucraina (cosi’ detto Ukriane Facility), che è stata riviata insieme a quella sul bilancio europeo a gennaio del 2024, quando i leader dell'Ue si riuniranno in una sessione straordinaria.
Parlando con i giornalisti, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha dichiarato che 26 leader hanno accettato la proposta: "Un leader, quello svedese, ha bisogno di consultarsi con il proprio parlamento, il che è una procedura normale per quel paese, e un leader non è riuscito ad accordarsi". In effetti, Viktor Orban.
Cosa succederà ora? Il rischioso ricatto del capo di governo ungherese, come quelli di qualunque ricattatore, comporta dei pericoli. In primo luogo, Mosca potrebbe sfruttare le divisioni interne e il mancato adempimento degli accordi da parte di alcuni paesi membri e insistere su una strategia finalizzata al collasso dell’Ue. In secondo luogo, Bruxelles, Berlino e Parigi potrebbero non perdonare l'umiliazione subita da Orbán, che influirebbe non solo sui singoli leader politici, ma anche sul sistema decisionale europeo.
Pertanto, ci sono diverse possibili vie d'uscita.
◾️ Si può persuadere il Ministro ungherese Szijjártó a ricorrere all'"astensione costruttiva" e non votare a favore dell'espansione del fondo (Ukraine Facility). Tuttavia, gli ungheresi si sono già astenuti dal voto ieri (non solo ieri e non solo loro), quindi è improbabile che lo facciano di nuovo.
◾️ Si può invocare l'articolo 31(2) del Trattato sull'UE, secondo il quale l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, su richiesta del Consiglio europeo, propone al Consiglio dell'UE di votare a maggioranza qualificata per aggirare il veto. Tuttavia, in tal caso, l'Ungheria potrebbe fare riferimento a "motivi vitali di politica nazionale" e bloccare il processo.
◾️ Il Consiglio europeo potrebbe decidere che il Consiglio dell'UE dovrebbe votare a maggioranza qualificata ("clausola passerella", articolo 31(3)) e persino motivarlo con gli interessi strategici dell'UE. Tuttavia, una tale decisione deve essere presa... all'unanimità.
L’Ue ha compreso, attraverso il comportamento di Budapest, che la crescita dei sentimenti populisti in alcuni stati membri comporta significativi rischi per il futuro dell'Unione europea.
Qual è la prospettiva europea dell’Ucraina? Ora il paese guarda al marzo 2024, quando si terrà nuovamente il vertice del Consiglio europeo e quando la Commissione europea presenterà il suo report. L’Ucraina è attesa a un lungo e meticoloso lavoro per armonizzare la sua legislazione a quella europea e condurre negoziati su ciascuna sezione dell'accordo di adesione. Poi Kiev dovrà aspettare che l'UE completi le sue trasformazioni interne per essere in grado di accogliere nuovi membri. Tuttavia, una cosa è importante: l'Unione europea ha dimostrato che può mantenere le sue promesse, nonostante l'opposizione dell'Ungheria.