La strada e le buche. Perché dico Sì al referendum costituzionale
Istituzioni ed economia
Provo a spiegare perché sono convintamente per il sì al referendum costituzionale. Dato che sono amministratore di un piccolo comune piemontese non parlerò direttamente della Costituzione, ma userò una metafora... stradale, che fa molto "sindaco".
70 anni fa, in piena ricostruzione post-guerra, abbiamo costruito una bella strada. Certo il progetto, specie nella seconda parte, è stato molto discusso e criticato, ma alla fine la si è portata a termine molto velocemente e in modo efficiente.
Solo che son passati 70 anni, l'asfalto si è rovinato, la strada si è riempita di buche e molte macchine, per evitarle e non rallentare, preferiscono transitare addirittura sui bassi marciapiedi costruiti a fianco. Inoltre le automobili, oggi, sono più grandi di quelle di una volta e la percorrono in numero maggiore. Da circa 30 anni si discute di come sistemare questa strada e risolvere le criticità che tutti le riconoscono.
Oggi abbiamo un progetto approvato in via definitiva e già appaltato. #bastaunsì per partire con il cantiere.
Ma ci sono i critici, di almeno tre tipi.
I primi dicono che la strada andava bene così come progettata 70 anni fa e modificarla ora sarebbe un affronto per i progettisti dell'epoca, che hanno lavorato giorno e notte per regalare al paese quel progetto.
I secondi affermano che questo progetto è inutile, complicato e modifica ben poco. Dato il volume di traffico che dovrebbe transitare su quella strada, servirebbe meglio costruire un'autostrada a 3 corsie, facilmente realizzabile radendo al suolo la frazione su cui dovrebbe transitare. O si fa l'autostrada o tanto vale stare come stiamo.
I terzi, infine, fanno notare come le buche in realtà siano utili, perché rallentano le automobili e scoraggiano il traffico: la strada migliore è quella con meno automobili. Troppe macchine creano solo smog.
Cosa possiamo rispondere a queste critiche? I primi due commettono lo stesso errore, confrontando il progetto approvato con qualcosa di ideale che non esiste: la strada "perfetta" di 70 anni fa e l'autostrada a tre corsie che mai esisterà. Si chiama nirvana fallacy. Il vero termine di paragone è la strada stretta e piena di buche che abbiamo ora, non quelle ideali che non esistono!
E che dire dei terzi? Beh, questi confondono le buche con i controlli. È vero che una strada ben curata permette una velocità maggiore, ma incentiva anche le auto a stare nella carreggiata. Anche oggi le auto viaggiano veloci, quando vogliono, salendo sui marciapiedi, fiduciosi che basterà il clacson perché i pedoni si scansino. Ma non è con le buche e le auto sui marciapiedi che si ottiene una circolazione stradale sicura.
E allora, se cerchiamo di essere razionali, è chiaro che questo progetto almeno riempie le buche, allarga la strada, rifà l'asfalto e alza il bordo dei marciapiedi. Non sarà un'autostrada a tre corsie ma è meglio di quella che abbiamo ora.
E come diciamo qui in Piemonte, piutost' che nient' l'è mej piutost!