Il Leviatano fiscale: pagare tutti per pagare di più
Istituzioni ed economia
Quando si parla di tasse, lo slogan preferito da burocrati, mandarini di stato e da non pochi privati cittadini autolesionisti è che “bisogna pagare tutti per pagare meno”. Che se oggi si pagano troppe tasse è per colpa di chi si sottrae “slealmente” ai “doveri” verso il fisco. Che l'evasione fiscale è la prima responsabile della crisi finanziaria dello stato, e che solo attraverso una lotta serrata agli evasori (o presunti tali) si potrà recuperare il gettito necessario a ridurre la pressione fiscale, arrivata a livelli insostenibili.
Nella realtà, però, lotta all'evasione non significa affatto “pagare tutti per pagare meno”. Lo slogan è solo il prodotto della propaganda martellante dei media, che spesso e volentieri abusano di concetti come “lealtà” e “dovere” con il solo risultato di offuscare l'evidenza dei fatti concreti e dei dati.
Facciamo un esempio concreto: il canone RAI in bolletta. È stato venduto come un intervento di recupero dell'evasione per far pagare meno chi il canone l'ha sempre pagato. Ma in pratica non è stato così. Se si fosse trattato veramente di una operazione “pagare tutti per pagare meno”, sarebbe stata fatta a parità di gettito, e il nuovo importo del canone avrebbe dovuto essere di circa 80 euro. Non di 100 euro come invece è stato.
Il calcolo è facile. Fino a oggi l'evasione del canone è stata di circa il 30 per cento. In futuro, invece, tutti saranno costretti a pagarlo. Salvo quelli che già oggi risultano morosi nel pagamento delle forniture elettriche, cioè un 5 per cento degli utenti. L'intestazione di una utenza elettrica farà scattare la presunzione di possesso del televisore e l'addebito in bolletta. Non sarà più possibile neppure la tradizionale scappatoia del “suggellamento del televisore”. Le sanzioni amministrative saranno elevatissime e la dichiarazione mendace sarà perseguibile penalmente.
Con il canone a 100 euro, invece che a 80, nelle casse dello stato confluirà un maggior gettito di mezzo miliardo di euro. Per giunta non c'è garanzia che nei prossimi anni la tassa sarà ancora di 100 euro e non tornerà ai vecchi 113,50 (oppure a un importo superiore). A chi non crede che questo sia possibile, voglio solo fare notare che all'art. 1, comma 152, della legge di stabilità c'è scritto chiaramente che il canone RAI a 100 euro riguarda esclusivamente il 2016.
A chi pensa che negli anni prossimi ci saranno riduzioni, voglio ricordare che a partire da quest'anno ci disinteresseremo di quanto paghiamo per il canone, proprio come ci siamo sempre disinteressati dei tanti oneri di sistema impropri che ci vengono sistematicamente addebitati in bolletta insieme al consumo dell'energia.
Insomma, il balzello ormai è stato imboscato nella bolletta, e sarà più difficile accorgersi se e quanto ce lo aumentano. Secondo me dall'anno prossimo non manderanno più nemmeno in onda lo spot pubblicitario sul canone RAI. Non sarà più necessario, e soprattutto potrebbe farci venire la curiosità di andare a controllare. Meglio mandarlo in oblio.
Ecco, dunque, l'esempio che “falsifica” la tesi del “paghiamo tutti per pagare meno”. Ma se non dovesse bastare, si può dare un'occhiata a qualche indicatore sull'andamento dell'evasione e sulla pressione fiscale.
Prendiamo, per esempio, la stima della base imponibile IVA non dichiarata. Fino a metà degli anni '90 la base imponibile IVA evasa era compresa tra il 20 e il 25 per cento di quella potenziale. Poi si è progressivamente ridotta per collocarsi tra il 15 e il 20 per cento nel 2009. Anche l'economia sommersa nel complesso si è ridotta. Due punti percentuali in meno di incidenza sul PIL più o meno nello stesso periodo. La stima è dell'ISTAT in questo caso (figure 1 e 2).
In estrema sintesi, gli indicatori suggeriscono che il fenomeno dell'evasione negli anni considerati ha accennato a ridursi, seppure in misura non eccezionale. Peraltro, l'azione di contrasto ha portato a un recupero consistente di gettito fiscale. Eppure nel periodo in questione non vi è traccia alcuna di riduzione della pressione fiscale, che è rimasta praticamente immutata.
La riduzione dell'evasione, dunque, non significa automaticamente meno tasse per tutti. Significa maggiore gettito e maggiore spesa pubblica corrente. Quello del canone RAI in bolletta non è un caso isolato. Non è l'eccezione. È la norma dei rapporti tra fisco e contribuenti, tra stato ed economia privata.
Una norma che non segue affatto la regola “pagare tutti per pagare meno”. La vera regola, piuttosto, pare essere “pagare tutti per pagare di più”.