Chi ha detto che paghiamo poche tasse sulla casa?
Istituzioni ed economia
Il giorno dopo la scadenza della prima rata di Tasi e Imu, proviamo a vedere dove è arrivata la tassazione patrimoniale sugli immobili, che in questi ultimi anni ha subito, per usare un eufemismo, diversi poderosi scossoni.
E' vero che in Italia, come spesso si sente dire, le tasse sulla casa sono più basse rispetto agli altri paesi? Ed è vero che un riequilibrio fiscale deve passare necessariamente attraverso un aumento delle tasse sui patrimoni immobiliari? Il punto lo fa, sul suo blog, Marco Valerio Lo Prete seguendo l'andamento del gettito derivante dalle tasse sulla casa rispetto al Pil.
Nel 2009 il gettito delle imposte patrimoniali sugli immobili era pari allo 0,6% del pil italiano; nei paesi dell'area Ocse, cioè quelli maggiormente sviluppati, era di poco superiore all'1%, quindi effettivamente nel nostro paese c'era una tassazione più lieve, come sosteneva Monti. Poi però la media dei paesi Ocse è rimasta sempre attorno all'1% del gettito, mentre nel 2012 le imposte patrimoniali italiane sono salite alla cifra record dell'1,47% del pil, quindi nel 2013 all'1,25% del pil, sempre più del doppio. La stessa Ocse oggi rileva che la tassazione patrimoniale sugli immobili nell'Unione europea è sotto l'1% e che l'Italia ha superato quella soglia non di poco.
Quello che segue è il grafico che indica l'andamento del gettito rispetto al PIL dell'imposizione patrimoniale sugli immobili.
Ad essere evidente non è solo la forte differenza a svantaggio dei contribuenti italiani rispetto a quelli dell'Unione Europea e di tutta l'area Ocse, ma soprattutto la velocità con la quale la pressione fiscale è schizzata alle stelle. Una velocità che ha avuto un forte impatto negativo tanto sul mercato immobiliare che sul reddito disponibile delle famiglie, che hanno improvvisamente dovuto sostenere aggravi non indifferenti. Peraltro, il grafico evidenzia anche come negli anni scorsi, se si esclude il periodo 2008-2011, le tasse sulla casa in Italia sono sempre state più alte della media europea, benché più basse della media dei paesi dell'area Ocse. Continua Lo Prete:
E' sintomatico il fatto che in Italia la fiscalità oramai assimili l'investimento in una seconda casa all'acquisto di un "immobile di lusso", cioè in uno spreco, incidendo negativamente pure sul mercato degli affitti. Come pure è palesemente sbagliato che la base imponibile della TASI, cioè la Tassa sui servizi indivisibili che tutti i proprietari di casa pagano, sia la stessa base imponibile dell'IMU, cioè la rendita catastale moltiplicata per un certo coefficiente. Altro che servizi per l'abitazione, è un'imposta patrimoniale e lo Stato non si preoccupa nemmeno di camuffarla. Ancora una volta è legittimo chiedersi chi, nel 2015, farà appello a un adeguamento del nostro paese agli standard europei di tassazione sugli immobili.
Da tenere a mente per quando, al prossimo talk show, sentiremo evocare di nuovo la grande patrimoniale sugli immobili come soluzione per ogni problema.