Mentre in Italia il nuovo governo, al di là delle prime dichiarazioni negative, promette una semplice valutazione "attenta e responsabile" sul progetto Tap, l’opera non si ferma in tutti e tre i Paesi coinvolti. Come recentemente dichiarato dal presidente di Tap, Walter Peeraer, il gasdotto è stato infatti completato per il 72,5%. Ma se in Italia il progetto è osteggiato, come viene accolto in Grecia e Albania? Lo scopriamo con quest'approfondimento in due puntate, ricordando che in Italia passa meno dell’1% dell’intero gasdotto (8 km su 878). Il 62,6% è in territorio greco, il 24,5% in territorio albanese, il restante 12% nell’Adriatico.

tapalbania

“Credo che sarebbe nell’interesse di ogni governo italiano sostenere questo progetto” si è espresso molto chiaramente pochi giorni fa il Ministro per l’Energia albanese, Damian Gjiknuri, sollecitato dalla stampa. L’occasione è stata la cerimonia per l’installazione di tre turbo compressori nella stazione di Fier, completata per oltre il 30% grazie al lavoro di più di 210 operai, per il 70% locali. Il numero degli impiegati è destinato a crescere, con l’assunzione di altre 40 unità tra luglio e il 2019.

A questo si accompagna un non trascurabile indotto: più di 100 persone, impiegate nelle aziende albanesi di Fier, Tirana, Elbasani e Korça, si occupano della fornitura di tubi e di materiale in acciaio.

Alla cerimonia era presente anche il primo ministro Edi Rama, in carica dal 2013, rieletto nel 2017 con il 48,5% dei voti. “Tap è una storia di successo” ha detto “e ha portato molte altre compagnie internazionali a investire nel settore del petrolio e del gas in Albania. È un riferimento per altri investitori”.

Il progetto dunque avanza nel Paese delle Aquile dove sono previsti 215 chilometri e dove l’investimento è pari a un terzo del totale (1,5 miliardi su 4,5). Circa 193 chilometri sono stati predisposti lungo la rotta Tap, 186 chilometri di condotti di linea sono stati sfilati, 180 chilometri saldati e circa 162 chilometri interrati. Circa 120 chilometri sono stati ripristinati.

Ma al di là degli aspetti tecnici, meritano attenzione le considerazioni della classe politica. Sempre il ministro Gjiknuri ha parlato apertamente dell’impatto positivo del progetto anche sul trasferimento di know how per aziende e forza lavoro locale e ha sottolineato senza mezzi termini l’importanza di un corridoio alternativo a quello russo per il rifornimento di gas proveniente dal mar Caspio.

Un’opera strategica - un trampolino, non una condizione- per un governo che prepara lo sbarco nell’Unione Europea. Al di là del Canale d’Otranto, a 90 km e 20 anni di distanza, non partono più la Vlora e i barconi della speranza e della disperazione. Anzi. Sono più di 30mila gli imprenditori albanesi in Italia mentre 20 mila italiani hanno scelto di vivere in Albania e rappresentano circa lo 0,7% della popolazione, quasi come gli albanesi in Italia (meno di 500 mila).

Anche grazie al Tap, l’Albania potrà avviare la costruzione della rete di metanizzazione, oggi assente sia a livello civile che industriale.

Tap è intervenuta, come fatto anche in Italia, con investimenti sociali per 14 milioni sul territorio. Gentian Selmani, responsabile di queste operazioni tutte appaltate ad aziende albanesi, racconta come da un lato TAP abbia deciso di investire nella qualità e nella sicurezza delle scuole e dall’altro abbia promosso la costruzione e il ripristino di strade e ponti, introducendo “un modello lavorativo basato sulla salute, sulla sicurezza e sulla qualità degli interventi”. A ciò si aggiungano interventi di sostegno e assistenza per più di 1500 famiglie a seguito di eccezionali eventi climatici (inondazioni o inverno rigido).

Il sindaco di Fier, la Melendugno d’Albania, non sembra aver assunto i toni del suo omologo Marco Potì. In occasione della ricostruzione della scuola del suo comune aperta a 210 studenti, ha ringraziato Tap per il tempestivo supporto e ha anche dichiarato “Gli standard garantiti da TAP nella ricostruzione saranno inseriti in un manuale per la ricostruzione di altri istituti albanesi”. Un quadro opposto a quanto accaduto in Salento dove non sono mancati boicottaggi e ritorsioni alle diverse iniziative promosse da Tap.

Per il ministro Gjiknuri, “la popolazione albanese in generale ha sostenuto il progetto Tap. Comprensibilmente sono sorte piccole questioni riguardo a espropri o aspetti ambientali, ma abbiamo lavorato tutti insieme per far avanzare il progetto. Non c’è nessuna somiglianza con quanto accaduto in Italia rispetto alle autorità locali. Tutte l’hanno sostenuto, naturalmente ogni preoccupazione locale veniva affrontata nella giusta forma e il governo ha contribuito a risolvere i problemi. In ogni caso l’idea era come far avanzare il progetto.” Non certo fermarlo.

Leggi l'approfondimento su Tap in Grecia.