Flixbus

Ancora contro Flixbus? Sembra di sì, a leggere i testi di alcuni degli emendamenti alla legge di conversione della cosiddetta 'manovrina' (il decreto legge 50/2017) presentati alla Camera dei Deputati.

Nel decreto, il Governo aveva ovviato a quello sgorbio anti-concorrenziale della norma anti-Flixbus, abrogando tout court la disposizione che avrebbe di fatto alla compagnia di viaggi in pullman a basso costo di operare in Italia, se non attraverso una radicale e improbabile riorganizzazione del suo servizio incompatibile con il suo modello di business. Modello che è lo stesso in tutta Europa: Flixbus è una piattaforma su cui i clienti acquistano biglietti per questa o quella tratta da città a città, e il servizio è svolto da una rete di società di trasporti più piccole.

Nel nostro piccolo, con Strade, abbiamo contribuito al risultato con una petizione pubblica su Change.org che ha raccolto più di 62mila firme e il supporto diffuso e trasversale di lavoratori, studenti, sindacalisti, piccoli imprenditori, giornalisti.

Ora la mobilitazione di tanti italiani in difesa della concorrenza e del loro diritto a viaggiare con chi offre prezzi più bassi è di nuovo messa in discussione da alcuni parlamentari (membri del PD, come la "renziana" Silvia Covello o la "orlandiana" Ventricelli, o facenti parte di MDP) e dai loro emendamenti alla "manovrina": vorrebbero costoro far rivivere la norma anti-Flixbus o reintrodurla surrettiziamente con qualche formula a prima vista astrusa, ma molto chiara nella sostanza.

Perché ci riprovano, Covello e colleghi? Hanno evidentemente subito anche loro il fascino di qualche vecchio monopolista dei trasporti regionali su pullman, di quello che ci avevano abituati a pensare che viaggiare in pullman dovesse essere scomodo e un po' sfigato, in mezzi magari trasandati e pure costosi? Hanno forse creduto alla favoletta della multinazionale cattiva che affama i poveri imprenditori italiani?

In verità una realtà come Flixbus consente a tante pmi italiane, detentrici magari di pochi pullman, di operare in un mercato e di intercettare flussi di passeggeri che da sole non saprebbero raggiungere, come aveva raccontato ad esempio Clara Fraticelli (titolare di una di queste piccole e medie aziende) nel corso della nostra conferenza stampa.

Qualunque siano le motivazioni dei deputati Covello, Ventricelli, Castricone, Duranti, Melilla, Albini e Capodicasa, è opportuno che il governo tenga fede al suo impegno in favore della concorrenza e dei consumatori. Non si può fare un tale tira e molla normativo, un "metti e togli" che ha come unico effetto l'instabilità del quadro normativo e regolatorio italiano, poco affidabile agli occhi degli investitori nazionali e internazionali. Da parte nostra, se serve, siamo pronti a rimobilitare tutte le decine di migliaia di firmatari della nostra petizione. Speriamo non serva, speriamo che prevalga il buon senso.