La verità di Mare Nostrum raccontata da una fiction? Speriamo
Editoriale
Probabilmente la webserie "La scelta di Catia - 80 miglia a sud di Lampedusa" che tra qualche giorno sarà trasmessa su Corriere.it e andrà in seguito in onda su Rai 3 non cambierà del tutto il sentimento popolare per Mare Nostrum, né aiuterà a ristabilire un senso onesto delle proporzioni tra i costi e gli obiettivi di questa controversa operazione umanitaria, accusata di rappresentare un formidabile pull factor per il mercato degli sbarchi. Farà però vedere meritoriamente alcuni dei volti e delle storie che scompaiono nei "numeri" della polemica, in cui si sacrifica volentieri, oltre alla pietà per gli uomini, anche la verità delle cose.
Delle tante discussioni sulla scelta italiana e sulla resistenza europea a condividere i costi e la responsabilità di Mare Nostrum, le peggiori appartengono purtroppo al campo della politica domestica, che confonde l'effetto dell'esplosione degli equilibri dell'area mediterranea, a partire dalla Libia, con un incremento dell'immigrazione illegale, negando la verità banale (ma insuperabile), che la gran parte degli "immigrati" in realtà sono profughi che in base alla normativa italiana e europea hanno diritto all'asilo o alla protezione internazionale.
È certo vero che il diritto di asilo, così come lo conosciamo e applichiamo nei paesi liberi, è stato concepito prima che la mobilità e la pressione demografica verso occidente assumesse dimensioni potenzialmente insostenibili dal punto di vista economico e politico. Ma non è derogabile de facto senza pericolose conseguenze collaterali dal punto di vista civile e umanitario. Mare Nostrum è una risposta relativamente costosa e decisamente efficiente, rispetto ai fini umanitari, al problema all'incremento dei flussi, ma realisticamente non incide, se non in minima parte, sulle cause di questo incremento causato dai poderosi push factor che vanno affollandosi in Africa e nel Medio Oriente.
L'idea che la fine dei soccorsi e una politica indirettamente "profughicida" possa arrestare gli sbarchi, risparmiandone all'Italia gli oneri connessi, è una delle tante illusioni impietose e disperate, cui l'Italia potrebbe credere, per poi doversene pentire non solo moralmente. Occorrerà tenerne conto, visto che tra poco l'avvio dell'operazione Frontex Plus, che implicherà un maggiore impegno nei pattugliamenti da parte dell'Ue, non sostituirà affatto l'Italia nell'attività di assistenza e salvataggio in mare.