logo editorialeRenzi ha bisogno di tempo. Il passaggio retorico dai cento ai mille giorni, dalla logica del tutto-e-subito e dei crono-programmi propagandistici a un orizzonte di legislatura potrebbe non essere un segno delle incipienti difficoltà dell'azione di governo, ma anche una prova di serietà.

Se si vuole cambiare verso a un Paese intrappolato nelle proprie anomalie e prendere sul serio la sempre più evidente sproporzione tra ciclo elettorale e ciclo economico-sociale a comandare deve essere il tempo della realtà, non quello della rappresentazione. La realtà ha un suo tempo e il tempo una sua realtà, in tutto e anche in politica. Dalla rieducazione a un senso onesto del tempo passa anche quella a un senso logico e non "magico" delle relazioni tra le cause e gli effetti.

Il paradosso è che in Italia la politica ha perso tempo – in modo clamoroso nell'ultimo ventennio – dando sempre l'impressione di andare di fretta, consumando nel falò della vanità leaderistiche e delle illusioni "democratiche" la promessa di un cambiamento epocale e istantaneo. Il "velocismo" recitativo è stata l'altra faccia dell'immobilismo politico e dell'indisponibilità culturale e morale di fare i conti con le cose e non solo con la loro ombra proiettata sul fondo della caverna.

Il voto di questa settimana al Senato dovrebbe suggellare l'avvio della riforma costituzionale. Per bene che vada la votazione, non sarà questa la prima delle quattro votazioni "buone" sul testo della riforma, destinato a cambiare anche alla Camera. La legge di revisione costituzionale, per quella che è e soprattutto per quella che non è, non cambierà l'Italia e neppure la politica.

Potrebbe però avere l'utilità collaterale di dare tempo a tutti per fare il loro gioco, a partire dall'esecutivo. L'unico che oggi avrebbe l'interesse a far saltare il banco, prima che i tempi lunghi e la fatica del governo ne appannino l'aurea miracolosa, è proprio il Presidente del Consiglio. Che ha davanti una legislatura difficile tutta per sé, ma anche, almeno per i prossimi mesi, l'alternativa facile di riportare tutti alle urne, mettendo il voto anticipato sul conto dei gufi, dei frenatori, dei "tedeschi"....

Il tempo non gioca dalla parte di Renzi e se davvero sceglierà quello lungo (e vero) dei mille giorni avremo una prima positiva risposta sulla serietà della sua ambizione.

@carmelopalma