INFANTINO

Ci ha lasciati Lorenzo Infantino, Professore onorario del Dipartimento di Scienze Politiche della LUISS e colonna portante delle scienze sociali e del liberalismo in Italia. A poche ore dalla scomparsa, sono già molti gli amici e i colleghi che hanno tributato un omaggio alla vita e all’opera di un accademico animato da una passione fervida e contagiosa.

Chi scrive queste righe, dal canto suo, spera di farlo in punta di piedi, senza alcuna velleità di affiancare questo piccolo tributo ai tanti e ben più autorevoli ricordi di chi, con il Professore, ha condiviso decenni di studio e ricerca. Nondimeno, questo omaggio vuole essere un’affettuosa testimonianza del ruolo imprescindibile che l’opera di Lorenzo Infantino ha svolto nella formazione di molte generazioni di liberali italiani, giungendo sino alle più giovani.

Enzo Tortora si definiva "liberale perché ho studiato". È lecito affermare che tanti, oggi, lo sono perché hanno studiato con il Prof. Infantino. Ancor più nutrito è il gruppo di chi, come il sottoscritto, non ha avuto il piacere di frequentare la LUISS e seguire i corsi del Professore ma di scoprire i classici delle scienze sociali e, in particolare, della Scuola Austriaca di economia attraverso la Biblioteca Austriaca, collana di Rubbettino Editore fondata e diretta da Lorenzo Infantino: un patrimonio incommensurabile e un lascito prezioso, senza il quale l’accesso in lingua italiana a tanti testi imprescindibili, tra cui le opere fondamentali di Hayek, Mises e Menger, ci sarebbe negato.

In tal senso, il Professor Infantino ha avuto molti più allievi di quanti ne abbia potuti conoscere. Chi scrive, per sua fortuna, ha avuto l’onore e il privilegio di conoscere il Professore e di fare tesoro dei suoi aneddoti, racconti e insegnamenti, che ne hanno plasmato il modo di intendere il funzionamento della società e delle sue istituzioni, decifrabili solo partendo dall'azione dei singoli individui che le compongono: concetti a cui non sarebbe stato esposto altrimenti, provenendo da un liceo con docenti apertamente marxisti e da una facoltà di Scienze Politiche in cui lo studio della Scuola Austriaca, semplicemente, non rientra nei programmi d’esame.

L’attività di ricerca di Lorenzo Infantino ci trasmette il valore della dedizione indefessa allo studio di ciò che più ci appassiona e di una vita intera animata dalla curiosità insaziabile verso ciò che ancora non conosciamo. Proprio su ciò che non conosciamo - e che non possiamo pretendere di conoscere - indaga parte rilevante dell’opera del Professore: quelle conseguenze inintenzionali dell’azione umana che spiegano il puntuale fallimento di ogni tentativo di pianificazione economica e “ingegnerizzazione” della società, avanzate da un legislatore tutt’altro che onnisciente, poiché incapace, per nostra fortuna, di concentrare una conoscenza che, per sua natura, è ampiamente diffusa.

"Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse".

Di Adam Smith, il Prof. Infantino è stato uno dei massimi esperti italiani, in grado come pochi di illustrare con concetti cristallini come l’individualismo metodologico, antidoto alla fallacia del collettivismo, trovasse origine nell’opera di Mandeville per tramandarsi ai moralisti scozzesi e giungere infine agli esponenti della Scuola austriaca.

“Solo l'individuo pensa. Solo l'individuo ragiona. Solo l'individuo agisce".

È l’azione umana elaborata da Mises a spiegare il miracolo dell’Ordine senza piano, come da titolo dell’opera che il Professore diede alle stampe nel 1995: un ordine spontaneo, reso possibile dallo scambio tra individui che perseguono i propri fini e interessi, senza bisogno alcuno di conoscere quelli altrui. È solo in questa ottica che risulta possibile spiegare la nascita e le dinamiche delle istituzioni sociali senza incappare in quella fallacia che ha contagiato larga parte delle scienze sociali: la reificazione dei concetti collettivi, ossia l'errata convinzione che tali entità rappresentino realtà sostanziali, che possano in qualche modo esistere a prescindere e indipendentemente dall’azione dei singoli individui.

La speranza di chi ha inteso tributare questo breve omaggio è di essere riuscito nel tentativo di trasmettere, a quei lettori che non avessero avuto l'autentico privilegio di incontrare il Prof. Infantino, la dedizione di un uomo instancabilmente e costantemente disponibile all'insegnamento e alla divulgazione di quelle idee e di quei valori che ci accomunano, con coerenza e onestà intellettuali invidiabili e oggi sempre più rare. Merito ulteriore è di averlo fatto, in modo pionieristico, nell'arido contesto culturale di un Paese quanto meno indifferente, se non totalmente avverso, alla causa di chi sposa certi princìpi di libertà.