La Corte Suprema degli Stati Uniti, nella sua recente composizione a maggioranza ultraconservatrice, data delle nomine fatte da Trump, ha mantenuto in vigore l’assurda e inumana legge contro l’aborto del Texas e si appresta nei prossimi mesi a cancellare definitivamente il diritto all’aborto abolendo la storica sentenza Roe vs Wade con cui nel 1973 la stessa Corte aveva legalizzato l'aborto negli Usa. Ma è possibile che la più grande democrazia del mondo possa, quella in cui un presidente seppur bravissimo non possa andare oltre il doppio mandato di 4+4 anni, mentre i giudici della Corte Suprema vengono da questo nominati e re-stano in carica a vita?

Nel resto del mondo gli incarichi a vita riguardano solamente cariche onorifiche o le cariche in diretto collegamento con il divino, con un Dio, con una realtà ultra-terrena: così avviene per l’ascesa al soglio pontificio del Papa, eletto dal Conclave ma per volontà dello Spirito Santo, o nel caso dei monarchi la cui incoronazione viene fatta in nome di Dio.

Negli USA invece ci troviamo dinnanzi a un cortocircuito che può innescarsi per una concomitanza di eventi: la morte di un numero considerevole di membri della Corte Suprema durante il mandato di un unico presidente, magari non troppo in-cline alla democrazia e alla libertà, potrebbe alla nomina di giudici in linea con il presidente che, con una sola sentenza, potrebbero trasformare gli stessi USA da democrazia a dittatura, da Paese simbolo di libertà delle minoranze a campo di concentramento per le stesse, senza che nessun meccanismo né giuridico né legislativo possa porvi rimedio. Nessuna elezione presidenziale, nessuna maggioranza per quanto ampia nel Parlamento potrebbe scalfire la pronuncia di quei giudici che presidierebbero a vita la loro decisione.

La regione di quella nomina a vita la troviamo all’alba della costituzione americana che, appena nata, aveva la necessità di non essere stravolta dal mutare di eventi imprevedibili nell’immediato, anzi costituiva all’epoca una vera e propria clausola di salvaguardia per la nascente democrazia americana. Oggi, invece, quella clausola di salvaguardia rischia di tramutarsi nel nuclear button capace di far deflagrare l’intero sistema e tutte le garanzie di libertà del Paese più potente del mondo.