Il vaccino non è un 'sacrificio'
Diritto e libertà
È ormai in voga il leitmotiv secondo il quale gli italiani che si sono sottoposti al vaccino avrebbero “fatto un sacrificio”. Questo narrazione passa di bocca in bocca soprattutto tra i sostenitori delle formazioni sovraniste dato che Meloni e Salvini la ripetono come un mantra. Niente di più moralmente e logicamente riprovevole, visto che chiunque si sia sottoposto al vaccino lo ha fatto per salvar-si e salvare ai propri cari la vita.
Ma i sacrifici, quelli veri e innumerevoli, li hanno fatti i medici e gli infermieri in prima linea durante il periodo più buio della crisi pandemica, spesso privi di protezioni adeguate, quando il vaccino non c'era; i sacrifici li hanno fatti tutti quegli anziani morti come mosche, soli e indifesi, nelle RSA o nelle corsie d'ospedale quando il vaccino non c'era; i sacrifici li hanno fatti tutte le persone che hanno perso attività e redditi quando tutto era chiuso perché il vaccino non c'era; i sacrifici li hanno fatti tutti quei malati non Covid che non hanno potuto curarsi per via della saturazione degli ospedali quando il vaccino non c’era.
E i sacrifici continueranno ad esser fatti per diverso tempo perché lo strascico di questa tremenda pandemia sarà lungo, sarà pesante e sarà destabilizzante tanto per gli equilibri economici tanto per quelli sociali, e forse se ne accorgerà la nostra sovranista quando, dall’opposizione gridata, finirà, nostro malgrado, a dover assumere decisioni di governo.