Diario di viaggio nell’Ucraina profonda
Diritto e libertà
Da quando, il 24 febbraio, l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, in molti si sono accorti da un giorno all’altro che questa terra, lungi dall’essere una semplice provincia prima dell’Impero zarista, poi dell’Unione Sovietica, si caratterizza per una propria identità nazionale, che presenta una storia, cultura e tradizioni che non hanno nulla da invidiare a quelli della Russia. Se fino a quel momento le pubblicazioni sull’Ucraina reperibili in Occidente erano per lo più testi accademici di nicchia o libri che trattavano tutta la macroarea dei paesi ex-sovietici, in seguito alla guerra iniziata nel 2014 e ancor più dopo i fatti degli ultimi mesi si sono moltiplicati i saggi su questo paese, scritti da persone che fino a febbraio volgevano la loro attenzione in tutt’altra direzione.
Chi invece ha iniziato a specializzarsi sull’Ucraina e alle sue caratteristiche storico-culturali ben prima che l’argomento finisse sotto i riflettori, è Massimiliano Di Pasquale: ricercatore associato presso l’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici, per il quale gestisce l’Osservatorio Ucraina, in passato si è occupato sia di questo paese che dell’area baltica per diverse testate, scrivendone anche su Strade. A metà agosto, Di Pasquale ha pubblicato una nuova edizione aggiornata di quello che, quando uscì nel maggio 2012, era il primo libro in Italia dedicato interamente a questa nazione: Ucraina terra di confine. Viaggi nell’Europa sconosciuta, edito da Gaspari Editore.
La prima parte del libro, che fa riferimento all’edizione originale del 2012, è il frutto di un lavoro di ricerca iniziato nel 2004, pochi mesi prima che scoppiasse la Rivoluzione arancione, quando l’autore compì il suo primo viaggio in Ucraina. Nel libro sono confluiti diversi suoi reportage, che dal 2007 aveva iniziato a pubblicare su riviste specializzate sull’Europa dell’Est come East (ribattezzata in seguito Eastwest), ai quali si alternano passaggi in cui racconta la storia dei luoghi visitati e dei personaggi famosi che vi hanno vissuto. Dai suoi ricordi, emerge come i suoi viaggi fossero simili a quelli di certi inviati di guerra, che invece di godere di sistemazioni confortevoli viaggiano con poche risorse a disposizione, su pulmini a basso costo e stando in mezzo alla gente comune.
In un ibrido tra il diario di viaggio, il reportage giornalistico e la divulgazione storica, Di Pasquale ci accompagna ad Ivano-Frankivsk, chiamata così in onore dell’intellettuale ottocentesco Ivan Franko, uno dei più importanti scrittori e poeti della letteratura ucraina e attivista politico di considerevole spessore. Anche altri luoghi vengono raccontati sia attraverso le impressioni dell’autore sia citando le parole di importanti scrittori del passato che vi hanno vissuto o viaggiato: come Odessa, un tempo tra i porti più importanti d’Europa il cui passato riemerge nelle parole di Mark Twain; come la regione dei Carpazi, dove si trovano il fulcro del nazionalismo ucraino e culti neopagani, narrata dallo scrittore Leopold Von-Sacher Masoch, nato a Leopoli quando era parte dell’Impero austro-ungarico; o come Berdychiv, un tempo importante centro dell’ebraismo est europeo e città natale di scrittori come Joseph Conrad e Vasily Grossman.
Nella seconda parte, compaiono tre nuovi reportage: uno nel Donbas, uno nel villaggio di Bila Krynytsia, simbolo del legame tra gli ucraini e la religione cristiano-ortodossa, e uno a Chernihiv, realizzato pochi giorni prima che scoppiasse la guerra. Infine, l’ultimo capitolo è dedicato alla guerra di Putin all’Occidente, in cui vengono analizzati i sistemi della disinformazione attuata dal Cremlino come parte della strategia della guerra ibrida, i miti della propaganda russa e le ragioni per le quali la vittoria dell'Ucraina è non solo possibile, ma auspicabile.
In conclusione, Ucraina terra di confine è un libro assolutamente necessario per chi vuole comprendere a fondo un popolo e una nazione fino a poco tempo fa poco considerati nel dibattito pubblico. Come ha scritto nella prefazione la giornalista Anna Zafesova, “Massimiliano Di Pasquale fa parte da anni di quello sparuto gruppo di esperti italiani che l’Ucraina l’hanno studiata e presa sul serio, convinti che sarebbe stata un Paese cruciale per le sorti europee, e che nel laboratorio politico di Kyiv si stava elaborando quell’antidoto alle dittature postsovietiche che non a caso Vladimir Putin ha ritenuto necessario annientare prima che venisse esportato a Est. Il suo libro colma una lacuna impossibile […] e propone al lettore un viaggio in un Paese che era sorprendente ancora prima di sorprendere tutti.”